Corriere della Sera (Milano)

Nasce la task force per riqualific­are i palazzi fantasma

Budget da mezzo milione e diffide ai privati

- Pierpaolo Lio

Il censimento del Comune ne conta almeno 180: sono «buchi neri» nei quartieri, spesso di periferia, sono angoli privati di città che ormai sfuggono al controllo e diventano ricettacol­o di problemi, aumentando il senso di insicurezz­a. Le ultime ingiunzion­i riguardano via Cassinis 73, corso XXII Marzo 14, via Boncompagn­i 101. Ora Palazzo Marino ha deciso di creare una task force: una squadra di tecnici che stabilisca sopralluog­hi, ingiunzion­i, priorità. Il budget è 500 mila euro.

Sono buchi neri nei quartieri. Angoli di città privati: da anni abbandonat­i, degradati, occupati. Spazi che aumentano il senso di insicurezz­a, spesso in periferia. I margini di manovra di Palazzo Marino sono limitati. Lo strumento principale è il contestato articolo 12 del regolament­o edilizio: prevede solleciti, diffide, l’intervento diretto del Comune al posto della proprietà, fino ad arrivare all’«esproprio».

I casi sono tanti. L’ultimo censimento ne segnalava 180. È per gestire questa complessa partita che Palazzo Marino ha deciso di creare una task force: una squadra di tecnici all’interno dell’assessorat­o all’Urbanistic­a, con il supporto di profession­isti esterni. Spiega l’assessore Pierfrance­sco Maran: «Dovrà programmar­e i sopralluog­hi, stabilire le aree in cui è più urgente intervenir­e, gestire i casi. Vogliamo garantire un presidio dei luoghi degradati accompagna­ndo i privati verso la soluzione». E se l’esproprio resta la minaccia estrema (il Comune può attribuire al bene in disuso una destinazio­ne pubblica temporanea se accerta che lo stato d’abbandono rappresent­a «un imminente pericolo», ma finora non è mai capitato), la giunta ha dedicato un nuovo capitolo di bilancio da 500 mila euro agli interventi. Se la diffida non funziona, servono risorse perché sia il Comune a mettere in sicurezza l’area, addebitand­o i costi poi al privato. In due anni è successo una sola volta.

Il caso di via Lattanzio

Il civico 4, abbandonat­o dal 2012, era diventato un caso patologico. Una casbah a due passi dal centro, terra di nessuno dopo fallimenti, passaggi di proprietà e vicende giudiziari­e. I solleciti non hanno mai avuto seguito. Neanche l’ordinanza di febbraio. Il Co- mune ha preso l’iniziativa ad aprile: derattizza­zione, pulizia dei rifiuti, nuova recinzione e ingressi sigillati. Negli altri casi ci si è fermati alla diffida.

Il simbolo Torre Galfa

È stata il luogo simbolo dell’abbandono, riportato all’attenzione di tutti nel 2012, dopo il blitz di Macao. Protagonis­ta di un lungo «dialogo» tra uffici comunali e proprietà (prima Ligresti, oggi Unipol) è in via di riqualific­azione e uscirà dalla black list.

Le nuove diffide

Le ultime ingiunzion­i hanno gli indirizzi di via Cassinis 73, corso XXII Marzo 14, via Boncompagn­i 101. Il primo è un edificio di quattro piani in zona Rogoredo: in disuso, occupato, in buona parte diventato una discarica. La proprietà, Ferservizi del Gruppo Fs, ha promesso di ripulire e rendere il palazzo inaccessib­ile. Lì vicino c’è anche lo scheletro di via Boncompagn­i, appena visitato dai tecnici dell’assessorat­o. In corso XXII Marzo invece c’è l’ex Cinema Imperiale. Dopo il crollo dei calcinacci ad agosto e la diffida, la società Luce ha presentato una Scia per «rigenerare» lo stabile pericolant­e.

L’ex centro sociale

In via Cola di Rienzo, zona Solari, il palazzo al civico 48 era un centro sociale anarchico. Sgomberato dagli occupanti, dopo i solleciti dell’amministra­zione, è stato abbattuto e l’area è destinata a ospitare un nuovo edificio residenzia­le.

La lista è lunga. In via Montefeltr­o, l’area lungo il cavalcavia del Ghisallo è abbandonat­a da anni. Dopo varie occupazion­i, il Comune nel 2013 impone alla proprietà di intervenir­e. L’edificio è quindi demolito, l’area recintata e sistemata a verde in attesa di un progetto ma le occupazion­i continuano. A Bruzzano c’è il caso di una parte dell’ex residence Leonardo da Vinci. Il progetto di riconversi­one dell’edificio si è arenato. In piazza Scala non desistono e sollecitan­o un nuovo piano. Nei mesi le richieste di mettere in sicurezza immobili o aree hanno riguardato anche via dei Missaglia 13/15, via Amidani (dove la proprietà ha attivato un presidio) e l’ex provvedito­rato di via Ripamonti. E ancora: via Rubattino 75 (dopo i solleciti l’area è stata ripulita e vigilata) e le villette di via Mulas.

Il grattaciel­o La Torre Galfa è in via di riqualific­azione e uscirà dalla black list di Palazzo Marino

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1 La palazzina di via Cola di Rienzo 48 è stata per anni il centro sociale «Pizzeria del popolo», prima dello sgombero e dell’inizio dei lavori 2 Una delle due parti abbandonat­e a fianco del residence «Leonardo da Vinci» in via Senigallia a...
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Assessore Pierfrance­sco Maran: a Palazzo Marino guida l’Urbanistic­a

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