Nasce la task force per riqualificare i palazzi fantasma
Budget da mezzo milione e diffide ai privati
Il censimento del Comune ne conta almeno 180: sono «buchi neri» nei quartieri, spesso di periferia, sono angoli privati di città che ormai sfuggono al controllo e diventano ricettacolo di problemi, aumentando il senso di insicurezza. Le ultime ingiunzioni riguardano via Cassinis 73, corso XXII Marzo 14, via Boncompagni 101. Ora Palazzo Marino ha deciso di creare una task force: una squadra di tecnici che stabilisca sopralluoghi, ingiunzioni, priorità. Il budget è 500 mila euro.
Sono buchi neri nei quartieri. Angoli di città privati: da anni abbandonati, degradati, occupati. Spazi che aumentano il senso di insicurezza, spesso in periferia. I margini di manovra di Palazzo Marino sono limitati. Lo strumento principale è il contestato articolo 12 del regolamento edilizio: prevede solleciti, diffide, l’intervento diretto del Comune al posto della proprietà, fino ad arrivare all’«esproprio».
I casi sono tanti. L’ultimo censimento ne segnalava 180. È per gestire questa complessa partita che Palazzo Marino ha deciso di creare una task force: una squadra di tecnici all’interno dell’assessorato all’Urbanistica, con il supporto di professionisti esterni. Spiega l’assessore Pierfrancesco Maran: «Dovrà programmare i sopralluoghi, stabilire le aree in cui è più urgente intervenire, gestire i casi. Vogliamo garantire un presidio dei luoghi degradati accompagnando i privati verso la soluzione». E se l’esproprio resta la minaccia estrema (il Comune può attribuire al bene in disuso una destinazione pubblica temporanea se accerta che lo stato d’abbandono rappresenta «un imminente pericolo», ma finora non è mai capitato), la giunta ha dedicato un nuovo capitolo di bilancio da 500 mila euro agli interventi. Se la diffida non funziona, servono risorse perché sia il Comune a mettere in sicurezza l’area, addebitando i costi poi al privato. In due anni è successo una sola volta.
Il caso di via Lattanzio
Il civico 4, abbandonato dal 2012, era diventato un caso patologico. Una casbah a due passi dal centro, terra di nessuno dopo fallimenti, passaggi di proprietà e vicende giudiziarie. I solleciti non hanno mai avuto seguito. Neanche l’ordinanza di febbraio. Il Co- mune ha preso l’iniziativa ad aprile: derattizzazione, pulizia dei rifiuti, nuova recinzione e ingressi sigillati. Negli altri casi ci si è fermati alla diffida.
Il simbolo Torre Galfa
È stata il luogo simbolo dell’abbandono, riportato all’attenzione di tutti nel 2012, dopo il blitz di Macao. Protagonista di un lungo «dialogo» tra uffici comunali e proprietà (prima Ligresti, oggi Unipol) è in via di riqualificazione e uscirà dalla black list.
Le nuove diffide
Le ultime ingiunzioni hanno gli indirizzi di via Cassinis 73, corso XXII Marzo 14, via Boncompagni 101. Il primo è un edificio di quattro piani in zona Rogoredo: in disuso, occupato, in buona parte diventato una discarica. La proprietà, Ferservizi del Gruppo Fs, ha promesso di ripulire e rendere il palazzo inaccessibile. Lì vicino c’è anche lo scheletro di via Boncompagni, appena visitato dai tecnici dell’assessorato. In corso XXII Marzo invece c’è l’ex Cinema Imperiale. Dopo il crollo dei calcinacci ad agosto e la diffida, la società Luce ha presentato una Scia per «rigenerare» lo stabile pericolante.
L’ex centro sociale
In via Cola di Rienzo, zona Solari, il palazzo al civico 48 era un centro sociale anarchico. Sgomberato dagli occupanti, dopo i solleciti dell’amministrazione, è stato abbattuto e l’area è destinata a ospitare un nuovo edificio residenziale.
La lista è lunga. In via Montefeltro, l’area lungo il cavalcavia del Ghisallo è abbandonata da anni. Dopo varie occupazioni, il Comune nel 2013 impone alla proprietà di intervenire. L’edificio è quindi demolito, l’area recintata e sistemata a verde in attesa di un progetto ma le occupazioni continuano. A Bruzzano c’è il caso di una parte dell’ex residence Leonardo da Vinci. Il progetto di riconversione dell’edificio si è arenato. In piazza Scala non desistono e sollecitano un nuovo piano. Nei mesi le richieste di mettere in sicurezza immobili o aree hanno riguardato anche via dei Missaglia 13/15, via Amidani (dove la proprietà ha attivato un presidio) e l’ex provveditorato di via Ripamonti. E ancora: via Rubattino 75 (dopo i solleciti l’area è stata ripulita e vigilata) e le villette di via Mulas.
Il grattacielo La Torre Galfa è in via di riqualificazione e uscirà dalla black list di Palazzo Marino