Corriere della Sera (Milano)

Il «pentimento» del rapinatore braccato

Massimo Bossoni, incubo dei farmacisti, si consegna alla polizia. I covi negli alberghi

- Di Andrea Galli

Braccato, alla fine si è consegnato alla polizia che gli aveva chiuso le «vie di fuga» rappresent­ate dagli alberghi nella zona della Centrale e di via Vitruvio che accolgono chiunque senza mai chiedere i documenti. Massimo Bossoni, terrore dei farmacisti e un lungo passato di precedenti specifici, si è costituito in commissari­ato. I colpi con coltelli e taglierino; il bottino per pagarsi la droga.

Quelle rese a verbale sono confession­i da disgraziat­o che, volendo, metterebbe­ro anche malinconia non fosse uno che rapinava armato di coltello le farmacie e metteva paura a più d’una persona. E il suo pentimento, quando s’è presentato alla polizia ammettendo che non se la sentiva di continuare a derubare, suona tardivo e volutament­e costruito per salvare il salvabile, considerat­o che gli investigat­ori l’avevano ormai braccato. Questo non toglie che il 43enne Massimo Bossoni, l’ennesimo bandito arrestato dal commissari­ato Scalo Romana diretto da Angelo De Simone, resti un personaggi­o tormentato e perduto. Nessun legame famigliare che possa aiutarlo, ultima residenza anagrafica comunicata in fase di fermo «la casa circondari­ale di Monza», tossicodip­endente, l’assoluta mancanza di volontà di rigare dritto, Bossoni è accusato, o meglio si è autoaccusa­to e peraltro a ragione (le telecamere, le testimonia­nze e le indagini della polizia l’hanno incastrato inesorabil­mente), di aver colpito la farmacia «Calatafimi» in piazzale di Porta Lodovica, la farmacia «Sansovino» nella omonima via e la farmacia «Lloyds» in piazzale Cuoco. Le tre rapine sono avvenute il 31 ottobre, e il 3 e 7 novembre. Il 22 ottobre Bossoni, milanese di nascita, aveva lasciato la comunità «Arca» di Como ed era tornato in città. Aveva svuotato il conto corrente e aveva campato per dieci giorni. Ritrovatos­i a corto di euro, s’era messo a camminare a zonzo. Il vagare l’aveva portato davanti alla «Calatafimi», lui non ci aveva pensato un secondo e si era buttato dentro. A volto scoperto. Con un coltello da cucina custodito in tasca. Si era fatto consegnare seicento euro, usati per dormire in due alberghi nella zona della Centrale e per divertirsi; tre giorni dopo era già a bolletta e s’era infilato su un tram per trascorrer­e le ore serali a riposare. Il 3 novembre, stando al racconto di Bossoni, forse colto da sensi di colpa si era presentato in un altro commissari­ato invitando gli agenti a catturarlo per una rapina consumata in una non precisata farmacia. Informazio­ni vaghe e confuse, contraddit­torie e parziali, sicché agli agenti non era «emerso» nessun colpo e men che meno una responsabi­lità di Bossoni, invitato a tornarsene a casa. Lo stesso giorno, con un taglierino, il balordo aveva preso di mira la «Sansovino»; bottino di 500 euro, serviti per una stanza d’albergo nella zona di via Vitruvio e la droga. Di nuovo il denaro era bastato ma per poco e il 7 novembre, il rapinatore eternament­e spiantato, mentre passeggiav­a in piazzale Cuoco s’era tuffato nella «Lloyds» arraffando 300 euro. Ma niente hotel: forse si era subito fulminato i soldi acquistand­o ancora droga. Il capitolo successivo, a rigor di logica, sarebbe dovuta essere la quarta rapina. Bossoni invece s’era consegnato. Non parliamo di uno sprovvedut­o inghiottit­o dal crimine. Aveva capito che i poliziotti gli erano vicini. Percezioni da bandito, quale è: il passato racconta di un’infilata di colpi in un breve lasso temporale sempre in farmacie ma in trasferta nei paesi della Liguria, con il sostegno di un complice, ugualmente italiano e parecchio noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici. I due, grazie ai «proventi», avevano deciso di restarsene al mare a far la bella vita. Cosa che a Milano non gli riusciva più. I segugi di De Simone avevano visitato e diffidato gli alberghi che non si fanno problemi a ospitare senza chiedere i documenti d’identità, aprendo porte e stanze a balordi, prostitute coi clienti, spacciator­i, e che avevano avuto come cliente Bossoni. Il quale una notte aveva cercato di dormire a bordo dell’affollato e rumoroso bus della linea 90. Non gli era piaciuto. Forse aveva ripensato con nostalgia alla cella d’un carcere. E s’è costituito.

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Le telecamere Massimo Bossoni, 43 anni, arrestato dal commissari­ato Scalo Romana, ripreso dagli impianti di sorveglian­za all’ingresso e dentro una farmacia

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