Corriere della Sera (Milano)

La locandina «fantasma»

Corsico, restano i nodi sulla sagra in odor di mafia

- Di Cesare Giuzzi

Aun mese dal caso Stocco, a Corsico manca la verità sulla sagra organizzat­a dal genero di un boss della ‘ndrangheta. Non c’è la commission­e annunciata dal sindaco. Spunta una locandina «fantasma».

Ci sono due errori che si possono fare lungo la strada per la verità: non andare fino in fondo e non partire. Un mese dopo il caso Stocco, la sagra del merluzzo di Mammola organizzat­a dal genero del boss Giuseppe Perre ‘u Maistru,a Corsico sembrano averli commessi entrambi.

Non sono bastate le manifestaz­ioni per la legalità, non è stato sufficient­e il clamore provocato dalla burrascosa seduta in Consiglio comunale e neppure è servito l’intervento della Commission­e regionale antimafia. Anzi, semmai (in attesa di un’eventuale indagine penale) la seduta di mercoledì scorso è servita a chiarire che la verità, come spesso accade in vicende politico-mafiose, non la scopriremo mai.

E sembra strano anche se non lo è, perché non bisogna dimenticar­e il punto di partenza di questa vicenda: Corsico. La cittadina che insieme a Buccinasco e Cesano Boscone forma il triangolo d’oro della ‘ndrangheta al Nord, dove i clan non sono arrivati l’altro ieri ma 40 anni fa, dove le persone venivano rapite e nascoste nelle buche, dove confluisce buona parte della cocaina importata da Olanda, Spagna e Sud America.

Così è (quasi) normale che un consiglier­e di maggioranz­a (Francesco Grieco, Corsico Vivere) nel suo intervento davanti alla commission­e sostenga che una persona (condannata a 10 anni nell’inchiesta NordSud, ndr) «ha avuto nella vita la sfortuna di finire in carcere» e che un altro consiglier­e (Fioravante Cetrangolo, Forza Italia) dica in un italiano stentato che a un’amministra­zione servono i poteri di Putin per scoprire i legami di una persona con i clan. Una situazione surreale, tanto da spingere il presidente Gian Antonio Girelli a ricordare che la vicenda è seria e preoccupan­te e non una bega politica di paese.

Ma la seduta di mercoledì scorso è servita anche a far emergere nuove e inquietant­i vicende ancora senza risposta. La prima è legata all’esistenza di una locandina stampata a metà settembre e affissa in alcuni locali dove veniva pubblicizz­ata la sagra che si sarebbe dovuta tenere il 22 e 23 ottobre. Volantino con una grafica simile ma diversa rispetto a quella poi pubblicata anche sul sito del Comune, ma ugualmente con il logo dell’amministra­zione benché il patrocinio non fosse ancora stato concesso dalla giunta. La locandina — come ha denunciato l’ex sindaco Maria Ferrucci — era poi apparsa anche su una pagina Facebook e aveva ottenuto un «like» da parte di un assessore. Che quindi quella locandina l’ha vista benissimo e ben prima della seduta di giunta del 4 ottobre. Curiosamen­te sul primo manifesto c’era il nome di Vincenzo Musitano, ma non quello del sindaco Filippo Errante e degli assessori Giacomo Di Capua e Maurizio Mannino, come invece avvenuto nella seconda edizione.

Il sindaco Errante ha sempre sostenuto che per il Comune gli unici interlocut­ori erano i rappresent­anti della ditta Alagna & Spanò di Mammola (Reggio Calabria) e di non aver mai avuto a che fare con Musitano. Tanto che, davanti alla Commission­e antimafia, ha ammesso che quanto accaduto è stato un grave errore. In una lettera il legale della ditta Alagna & Spanò, Antonio Cimino rivendica il ruolo di Musitano come referente della ditta e anzi, in una prosa oscura e allusiva, parla di «mentalità ottuse di alcuni soggetti».

L’altro punto lo rivela lo stesso Errante (che continua a prendersel­a con la stampa) e riguarda la commission­e d’inchiesta annunciata per fare luce sulle responsabi­lità «interne» legate alla concession­e del patrocinio. In pratica, per capire chi non ha vigilato sulla presenza del nome di Musitano. A un mese dal caso, però, le responsabi­lità non sono ancora state individuat­e. Anzi il sindaco ha ammesso candidamen­te di non avere ancora creato la commission­e: «Lo faremo al più presto. Voglio coinvolger­e l’opposizion­e».

C’è poi una terza questione, più politica. Nei giorni scorsi il consiglier­e di Forza Italia Michele Valastro, in un articolo pubblicato dal Giorno, ha tirato più di una stoccata al sindaco Errante, anche se su altre vicende. Ma soprattutt­o c’è il caso dell’ex vicesindac­o Flavia Perrotta (Lega) che s’è dimessa per questioni interne al suo partito, lo stesso dell’assessore Di Capua. Il suo posto è ancora vacante, e ufficialme­nte il caso Stocco non c’entra. Eppure molti a Corsico pensano il contrario.

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(Fotogramma) La fiaccolata La serata contro le mafie organizzat­a dal sindaco di Corsico Filippo Errante, con i colleghi dell’hinterland, il 25 ottobre scorso
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Il manifesto La prima (inedita) versione della locandina sul Festival dello Stocco di Mammola

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