Il Seme di Isgrò davanti all’Arena, la fronda dei cittadini
«Alto sette metri, è un intruso nel parco e a rischio danneggiamenti»
Il luogo indicato per ospitarla è il grande spiazzo all’Arena davanti alla Sala Appiani. Ma l’opera di Emilio Isgrò, «Il Seme dell’Altissimo», rischia di accendere l’ennesimo conflitto sul parco Sempione. Le istituzioni si sono già tutte o quasi espresse a favore della nuova installazione. All’appello manca solo il Municipio 1, che martedì incontrerà cittadini e associazioni (sul piede di guerra) e, mercoledì, discuterà il tema in commissione. Alla vigilia della Conferenza dei servizi che dovrà dare il via al trasloco.
L’opera è un seme d’arancia, ingrandito un miliardo e cinquecento milioni di volte, che s’allunga verso il cielo, alto sette metri. È stata concepita da Isgrò «per portare il Mediterraneo all’Expo» e, poi, scelta come simbolo dell’esposizione dallo sponsor ufficiale Henraux. Così, impiantata su una base di gradini nell’accesso principale dell’Expo Center, gate Ovest, ha accolto milioni di visitatori che hanno raggiunto Milano da ogni parte del mondo «incoraggiandoli a seminare nuovi futuri di vita feconda per la natura e per l’uomo».
Il seme di Isgrò è alto sette metri ma per sorreggerlo sarà realizzata una struttura a mo’ di fondamenta profonda quindici. Chi ha saputo del progetto s’è mosso per tempo. Alberto Ferruzzi, presidente della Fondazione Per il Parco, ha chiesto l’intervento dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, per difendere «il Parco Sempione vittima di continue intrusioni di oggetti stellari».
I cittadini più attivi nella difesa del verde spiegano: «La nostra protesta non è diretta contro la scultura, ma contro il metodo». Riprende vita anche il movimento che si attivò cercando di scongiurare la re-installazione del teatro Burri: «Si sono avverate le nostre peggiori previsioni — dice Franco Spirito —. Avevamo detto che passata l’estate il teatro all’aperto sarebbe stato vandalizzato e così è stato. Inutile ricordare la nostra battaglia. Il parco è per noi prezioso e per anni, prima che venisse smontato, abbiamo assistito impotenti alla devastazione dell’opera di Burri».
E si risvegliano anche i comitati contro le giostre. «Sono due anni che il Comune promette di trovare una diversa collocazione alle giostre — scrivono —. Cosa accadrà tra pochi mesi, con il prossimo Carnevale?». Anche chi è bendisposto a vedere il monumento di Expo svettare davanti all’Arena è un po’ scettico: «Ricordo che fine ha fatto la Mela di Pistoletto... vandalizzata, l’hanno dovuta portare via da qui». Dal Municipio prendono tempo. Il presidente Fabio Arrigoni si limita a chiarire: «Analizzeremo il progetto. Posso solo dire che non mi è chiaro il motivo per il quale queste opere debbano essere collocate tutte in centro storico. Se è una questione di visibilità, ci sono altre aree del territorio cittadino dove potrebbero essere sicuramente visibili e apprezzate».
Ferruzzi Il parco Sempione è vittima di continue intrusioni di oggetti stellari. Intervenga l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno a evitare lo scempio