Corriere della Sera (Milano)

Vendesi Quadrilate­ro Il domino della finanza per i negozi delle griffe

Nelle vie del lusso si moltiplica­no i palazzi sul mercato

- di Elisabetta Andreis

Quadrilate­ro in vendita. A maggio, dopo aver appreso della vendita d’oro da 37 mila euro al metro quadrato per il civico 5 di via della Spiga — dove abitò Carla Fracci — in molti hanno pensato di monetizzar­e i propri spazi. Così dopo quella cessione del Pio Albergo Trivulzio, nelle strade del lusso i palazzi sul mercato si sono moltiplica­ti. Gli occhi esteri sono tutti puntati lì: dove i canoni d’affitto lievitano costanteme­nte, spinti dallo shopping e dalla prospettiv­a di nuovi alberghi per intercetta­re i flussi turistici.

Il Banco popolare valuta offerte su via Verri angolo via Bigli, dove c’è Iceberg, e via Bagutta 20. Per lo stabile di H&m in piazza del Duomo del gruppo Statuto è entrato in lizza, oltre a Bank of Montreal e a un fondo tedesco, un investitor­e inglese. Sempre Statuto è in trattative per cedere via Verri 4, dove c’è l’istituto Marangoni, e Monte Napoleone 12, occupato da Hermès: l’alternativ­a sarebbe realizzare un hotel a cinque stelle. Ancora in Montenapo un privato che possiede i civici dal 13 al 17 della boutique Giada ha chiuso un’operazione milionaria con il gruppo Max Mara. E consideran­o proposte pure le famiglie proprietar­ie di via Borgospess­o 15/a, dove c’è Versace, e via Verri 3 (con il marchio Tom Ford).

«L’immobiliar­e milanese è in grande spolvero. La città è vista come un porto sicuro, anche se l’esito del referendum potrebbe rallentare la chiusura delle operazioni» spiega Davide Dalmiglio, responsabi­le Capital market della società di consulenza Jll. In via Bagutta, dove Bnp Paribas ha appena perfeziona­to la vendita del Garage Traversi al fondo Hayrisch-Elliot, il gruppo De Balkany non esclude di cedere Palazzo Reina, al 12. Secondo Cushman & Wakefield, Monte Napoleone è sesta al mondo nella scala delle strade dove i grandi marchi sono disposti a pagare di più per aprire i propri negozi, con un canone medio di 12 mila euro al metro quadrato: «Il centro è sempre più terreno di caccia per i grandi investitor­i istituzion­ali — considera Guido Inzaghi, consulente e partner di Dla Piper —. Del resto il reddito prodotto da questi edifici viene comunque dall’estero, se si pensa alla nazionalit­à degli uffici o dei clienti dei negozi che li occupano».

L’effetto Quadrilate­ro si propaga: «Avevamo cinque vie, adesso ne abbiamo almeno 15 che si stanno riempiendo di negozi, bar e ristoranti — aggiunge

ancora Dalmiglio —. Milano in questo momento è la quarta capitale europea che attira il retail dopo Parigi, Londra e Mosca».

L’americana Hines guidata da Mario Abbadessa si è appena comprata il palazzo di Geox in via Torino. Generali è in trattative per l’edificio di Mc Donald’s di largo Toscanini, dietro San Babila, oggi di Beni Stabili. Piazza Cordusio è in

Le trattative Cresce l’interesse per cedere spazi a banche italiane e straniere e ai fondi immobiliar­i

piena rivoluzion­e e si candida a diventare nuovo polo dello shopping, in piazzetta San Fedele il nuovo proprietar­io Manfredi Catella sta decidendo che fare del palazzo ex sede di Bnp Paribas (2.200 dipendenti della banca stanno migrando a Porta Nuova, nel «Diamantone»). Mentre Blackstone e Cerberus si stanno contendend­o da Allianz una serie di edifici tra cui — in centro — piazza Velasca 7/9, di fianco alla Torre di UnipolSai che ha attirato l’interesse dei cinesi di Suning, proprietar­i dell’Inter, e del fondo inglese Orion. Un valzer, con quotazioni sostenute e offerte in incredibil­e rilancio.

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