Vendesi Quadrilatero Il domino della finanza per i negozi delle griffe
Nelle vie del lusso si moltiplicano i palazzi sul mercato
Quadrilatero in vendita. A maggio, dopo aver appreso della vendita d’oro da 37 mila euro al metro quadrato per il civico 5 di via della Spiga — dove abitò Carla Fracci — in molti hanno pensato di monetizzare i propri spazi. Così dopo quella cessione del Pio Albergo Trivulzio, nelle strade del lusso i palazzi sul mercato si sono moltiplicati. Gli occhi esteri sono tutti puntati lì: dove i canoni d’affitto lievitano costantemente, spinti dallo shopping e dalla prospettiva di nuovi alberghi per intercettare i flussi turistici.
Il Banco popolare valuta offerte su via Verri angolo via Bigli, dove c’è Iceberg, e via Bagutta 20. Per lo stabile di H&m in piazza del Duomo del gruppo Statuto è entrato in lizza, oltre a Bank of Montreal e a un fondo tedesco, un investitore inglese. Sempre Statuto è in trattative per cedere via Verri 4, dove c’è l’istituto Marangoni, e Monte Napoleone 12, occupato da Hermès: l’alternativa sarebbe realizzare un hotel a cinque stelle. Ancora in Montenapo un privato che possiede i civici dal 13 al 17 della boutique Giada ha chiuso un’operazione milionaria con il gruppo Max Mara. E considerano proposte pure le famiglie proprietarie di via Borgospesso 15/a, dove c’è Versace, e via Verri 3 (con il marchio Tom Ford).
«L’immobiliare milanese è in grande spolvero. La città è vista come un porto sicuro, anche se l’esito del referendum potrebbe rallentare la chiusura delle operazioni» spiega Davide Dalmiglio, responsabile Capital market della società di consulenza Jll. In via Bagutta, dove Bnp Paribas ha appena perfezionato la vendita del Garage Traversi al fondo Hayrisch-Elliot, il gruppo De Balkany non esclude di cedere Palazzo Reina, al 12. Secondo Cushman & Wakefield, Monte Napoleone è sesta al mondo nella scala delle strade dove i grandi marchi sono disposti a pagare di più per aprire i propri negozi, con un canone medio di 12 mila euro al metro quadrato: «Il centro è sempre più terreno di caccia per i grandi investitori istituzionali — considera Guido Inzaghi, consulente e partner di Dla Piper —. Del resto il reddito prodotto da questi edifici viene comunque dall’estero, se si pensa alla nazionalità degli uffici o dei clienti dei negozi che li occupano».
L’effetto Quadrilatero si propaga: «Avevamo cinque vie, adesso ne abbiamo almeno 15 che si stanno riempiendo di negozi, bar e ristoranti — aggiunge
ancora Dalmiglio —. Milano in questo momento è la quarta capitale europea che attira il retail dopo Parigi, Londra e Mosca».
L’americana Hines guidata da Mario Abbadessa si è appena comprata il palazzo di Geox in via Torino. Generali è in trattative per l’edificio di Mc Donald’s di largo Toscanini, dietro San Babila, oggi di Beni Stabili. Piazza Cordusio è in
Le trattative Cresce l’interesse per cedere spazi a banche italiane e straniere e ai fondi immobiliari
piena rivoluzione e si candida a diventare nuovo polo dello shopping, in piazzetta San Fedele il nuovo proprietario Manfredi Catella sta decidendo che fare del palazzo ex sede di Bnp Paribas (2.200 dipendenti della banca stanno migrando a Porta Nuova, nel «Diamantone»). Mentre Blackstone e Cerberus si stanno contendendo da Allianz una serie di edifici tra cui — in centro — piazza Velasca 7/9, di fianco alla Torre di UnipolSai che ha attirato l’interesse dei cinesi di Suning, proprietari dell’Inter, e del fondo inglese Orion. Un valzer, con quotazioni sostenute e offerte in incredibile rilancio.