Sfrattati da auto e tenda, li ha adottati il condominio
Il primo ad arrivare davanti al palazzo di via Paganini 34, a Monza, era stato Adrien. Viveva solo dentro un’auto abbandonata, tra l’indifferenza. Una sessantina d’anni, inseparabile dal cappello di lana anche d’autunno, sdentato e quasi incapace di muoversi per un problema grave e trascurato alla gamba. Ai primi geli dell’inverno, a lui si era unito Leonid: sano, origini rumene, sempre zitto, ancora adesso non parla una sola parola d’italiano. Hanno iniziato a usare la macchina come casa, passando insieme ogni momento. Insieme, con il passare delle settimane, hanno conquistato l’affetto di alcuni condomini. Chi a pranzo, chi a cena, portava generi di conforto: una scatoletta di tonno, del pane, un po’ di caffè dentro a un thermos. L’antivigilia di Natale la polizia locale, sulla scia di una denuncia telefonica, ha sequestrato però proprio quell’auto. «Nei centri di accoglienza di Monza non c’era neanche un posto — racconta Julia Pasqualini, 23 anni, studentessa, che si è presa il caso a cuore —. Abbiamo portato una tenda igloo nel parcheggio davanti al palazzo. L’abbiamo montata e riempita di viveri». Ma due giorni dopo i vigili, «chiamati da altri residenti infastiditi e facendo leva sul giusto divieto di accampamento, l’hanno smantellata». I condomini l’hanno rimontata per due volte, aggiungendo anche bancali e cartoni per isolare i due clochard. «Le denunce hanno esasperato un’emergenza non rimandabile e unito anche noi vicini di casa — racconta un altro residente, Antonio Missiero, 48 anni, grafico —. Abbiamo fatto rete con i volontari della onlus San Vincenzo, la parrocchia, la Croce Rossa e i City Angels, dandoci i turni perché queste persone richiedono assistenza quasi continua». Facile voltarsi dall’altra parte, nota ancora Sofia De Dominicis, 82 anni, che porta ogni mattina una boule di acqua calda: «È impossibile non pensare a loro mentre scende la sera». Adrien e Leonid in un certo senso sono fortunati. Condomini e volontari si danno costantemente il turno per accompagnarli persino in ospedale. A Capodanno un centro di accoglienza notturno ad Adrien ha aperto le porte: ma aveva un posto solo. La mattina del primo gennaio il clochard, con tutte le sue difficoltà a camminare, era già tornato a trovare l’amico Leonid ed è stato tutto il giorno con lui, in tenda. Ieri la comunità ha trovato posto in dormitorio anche per Leonid. Ma è difficilissimo convincerlo ad andare lì, prevale in lui la paura di entrare in una struttura.