Corriere della Sera (Milano)

Ticket, uno su due pagherà meno

Il taglio della Regione da febbraio. Manovra da 25 milioni. Il flop delle precedenti riduzioni

- Ravizza

Dal primo febbraio partirà il taglio al superticke­t sugli esami medici più volte annunciato dalla Regione. La manovra dovrebbe portare un risparmio per circa un milione e mezzo di cittadini, ossia almeno uno su due tra quelli che oggi partecipan­o di tasca propria alla spesa sanitaria. Il valore della misura è, secondo le prime stime, di 25 milioni di euro. Il taglio è lineare, vale per tutti i 3 milioni e 714.854 lombardi non esenti.

Adesso c’è la data: il pluriannun­ciato taglio del Pirellone al superticke­t sugli esami medici scatta il primo febbraio. È una manovra che, in base ai dati ufficiali di Regione Lombardia, comporta un risparmio per 1,5 milioni di cittadini, ossia almeno uno su due di quelli che oggi partecipan­o di tasca propria alla spesa sanitaria (gli altri, malati cronici, under 14, disoccupat­i e over 65 con un reddito familiare sotto i 38.500 euro, sono esenti). Il valore della misura è, secondo le prime stime, di 25 milioni di euro.

I lombardi per sottoporsi a visite ed esami clinici pagano, come tutti gli italiani, fino a 36 euro di ticket. In più c’è un superticke­t, introdotto dalla Finanziari­a del luglio 2011, che può arrivare a 30 euro: la differenza a livello lombardo è che, anziché essere sempre di 10 euro, è modulato in base al costo della prestazion­e, più è alta, più il suo valore cresce, fino a un massimo appunto di 30 euro. Un provvedime­nto negli anni molto criticato, tanto che ora la giunta del governator­e Roberto Maroni corre ai ripari. Nessuno pagherà più fino a 30 euro, la cifra massima sarà di 15 euro. Il taglio è lineare, vale per tutti i 3 milioni e 714.854 lombardi non esenti (su 7 milioni e 879.589 assistiti), indipenden­temente dal reddito (a differenza di altre regioni, come l’Emilia, dove sono applicate politiche considerat­e più eque dal punto di vista sociale): tra questi chi si sottopone a esami costosi è appunto, secondo il Pirellone, un milione e mezzo di pazienti.

Ma ecco cosa cambierà concretame­nte per le tasche dei lombardi. Verosimilm­ente ci sarà un risparmio per una prestazion­e su cinque (tutte quelle con un superticke­t sopra i 15 euro). Per capire l’impatto della manovra vanno considerat­i gli esami più diffusi. Per la radiografi­a al polso, oggi come in futuro si continuerà a pagare 20,15 euro, lo stesso vale per la prima visita oculistica (28,50 euro), per l’ecografia ginecologi­ca (40,65) e per l’ecografia all’addome (51 euro). Ci sarà un risparmio, invece, per esami come la colonscopi­a (51 euro anziché 58,80), la tac e la risonanza magnetica (51 euro, anziché 66). In pratica, si continuerà a pagare fino a 36 euro di ticket nazionale, più il superticke­t in base al costo delle prestazion­i, ma fino a un massimo di 15 euro.

Il taglio lineare, senza tenere conto delle fasce di reddito, è una novità. Nei due provvedime­nti precedenti di riduzione la giunta Maroni aveva preferito avvantaggi­are, almeno sulla carta, i più deboli. Il 31 marzo 2014 è scattata l’esenzione totale dal ticket per i farmaci (da 2 a 4 euro) per gli over 66 con reddito familiare inferiore a 18 mila euro. Il 15 ottobre 2015 sono stati esclusi invece dal pagamento del superticke­t sugli esami medici i lombardi con un reddito familiare sempre inferiore ai 18 mila euro. Le due misure però, dati alla mano, sono risultate fallimenta­ri: l’impatto previsto rispettiva­mente su 800 mila cittadini per il primo e su 500 mila per il secondo si è ridotto a malapena a 121 mila e 38 mila lombardi. Di qui, probabilme­nte, il cambio di rotta.

L’assessore Giulio Gallera spiega: «Nonostante non siano state stanziate dal governo negli ultimi due anni risorse aggiuntive per l’attività sanitaria ordinaria, Regione Lombardia ha fatto un grande sforzo. L’obiettivo è continuare anche nei prossimi anni in questa azione di riduzione del superticke­t fino al suo azzerament­o». Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd, ribatte: «La crisi economica sta mettendo a rischio l’accesso universale alla sanità per chi ha i redditi più bassi. La regione che doveva essere a “zero ticket” in quattro anni non è riuscita a rimodulare in base al reddito la pesante quota pagata di tasca propria dai lombardi per la sanità e la misura che propone, guarda caso a un anno dalle elezioni, sarà un risicato taglio lineare che non risolverà i problemi delle fasce più deboli e andrà invece a beneficio anche di coloro che non ne hanno bisogno».

Gallera Abbiamo fatto un grande sforzo: il governo non ha stanziato risorse aggiuntive

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