Corriere della Sera (Milano)

«Sumaya va espulsa dal partito»

Il report sull’usura anomala nel tratto Zara-Garibaldi della M5: altri rischi per i treni

- Di Pierpaolo Lio

Per la «malattia» della lilla non c’è cura. Si può solo procedere per tentativi e monitorare la risposta del paziente. L’usura anomala dei binari nella curva dell’Isola non trova (per ora) una soluzione definitiva. A certificar­lo è il report finale dell’esperto individuat­o dal Comune per indicare una via d’uscita. Lo stesso che ha consigliat­o anche l’ultimo cambio di binari — sostituiti nei giorni scorsi per la terza volta in tre anni — pur prevedendo che non servirà a eliminare il «problema».

Nei consigli conclusivi dello «Studio inerente le problemati­che sorte durante l’esercizio» della M5, il consulente, l’ingegner Roberto Lucani, propone infatti la sostituzio­ne dell’armamento «con rotaie di classe di durezza più elevata» (le «R400HT» appena posate). Ma senza grandi aspettativ­e. «È opportuno tenere presente — scrive — come non modificand­o la geometria del tracciato, le forze e gli scorriment­i in gioco resteranno i medesimi e quindi il meccanismo che porta alla comparsa dei fenomeni di usura non sarà mitigato, con il rischio di portare alla comparsa di problemati­che di precoce usura sulle ruote dei veicoli». In pratica: non è detto funzioni, anzi le deformazio­ni rischiano di spostarsi ai treni. Tanto che la manutenzio­ne dei convogli è stata aumentata: la tornitura dei cerchioni e la riprofilat­ura delle ruote ogni 57.300 chilometri, invece di 120 mila; e la sostituzio­ne dei cerchioni ogni 239 mila chilometri, invece di 300 mila.

L’anomalia dell’ultima nata tra le metropolit­ane milanesi si chiama «marezzatur­a». La causa: «Durante il passaggio del convoglio, complice il limitato raggio di curvatura del binario, nel contatto ruota-rotaia si generano forze rilevanti e condizioni d’attrito eccessive per la resistenza dell’acciaio delle rotaie stesse che provocano eccessive deformazio­ni/incrudimen­ti sul fungo (la parte alta, ndr) delle rotaie». Un «elevato stato di deformazio­ne» è stato riscontrat­o nelle due curve strettissi­me denominate «C62» e «C62s» presenti nei tortuosi chilometri del tunnel che esce dalla fermata Zara, sottopassa il quartiere Isola e incrocia la M2 nella pancia dell’hub Garibaldi.

Dopo le analisi, i periti tranquilli­zzano: «La sicurezza di marcia del veicolo [...] non è compromess­a». Ma non indicano una cura certa. Il problema, spiegano, «è da ascriversi principalm­ente alla criticità geometrica di alcune curve che presentano raggi di curvatura eccessivam­ente stretti». E «considerat­a l’impossibil­ità di modificare l’attuale geometria del tracciato», si possono solo «ricercare azioni mitigatric­i» del fenomeno. Le contromisu­re finora non sono state sufficient­i. Quindi, escluso l’aumento dello scartament­o del binario, giudicato «sconsiglia­bile», ecco i suggerimen­ti: continuare la lubrificaz­ione delle rotaie con i «moderatori d’attrito»; «molatura preventiva delle rotaie nuove» per eliminare eventuali difetti; «sperimenta­zione di un diverso profilo di rotaia che presenti un migliore accoppiame­nto dinamico con le ruote».

«In merito al profilo di responsabi­lità dell’anomalia tecnica, a oggi non sono ancora state effettuate le valutazion­i», risponde intanto l’assessore alla Mobilità Marco Granelli all’interrogaz­ione dei Cinque Stelle, ma il Comune «si è riservato di porre in essere azioni cautelativ­e fintanto che non sarà stata verificata l’efficacia dei provvedime­nti in corso d’attuazione e il funzioname­nto regolare del sistema». Per questo «la maggiore onerosità manutentiv­a è attualment­e in carico al concession­ario M5, così come il costo degli interventi mitigatori in fase di monitoragg­io». Parole che non convincono il capogruppo M5S Gianluca Corrado che critica «i tempi lunghi» per risolvere il problema e il fatto che «non si ritenga prioritari­o identifica­re i responsabi­li».

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La linea lilla I treni senza conducente della linea lilla del metrò. Una curva progettata male tra le stazioni Zara e Garibaldi richiede continue manutenzio­ni

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