«Sumaya va espulsa dal partito»
Il report sull’usura anomala nel tratto Zara-Garibaldi della M5: altri rischi per i treni
Per la «malattia» della lilla non c’è cura. Si può solo procedere per tentativi e monitorare la risposta del paziente. L’usura anomala dei binari nella curva dell’Isola non trova (per ora) una soluzione definitiva. A certificarlo è il report finale dell’esperto individuato dal Comune per indicare una via d’uscita. Lo stesso che ha consigliato anche l’ultimo cambio di binari — sostituiti nei giorni scorsi per la terza volta in tre anni — pur prevedendo che non servirà a eliminare il «problema».
Nei consigli conclusivi dello «Studio inerente le problematiche sorte durante l’esercizio» della M5, il consulente, l’ingegner Roberto Lucani, propone infatti la sostituzione dell’armamento «con rotaie di classe di durezza più elevata» (le «R400HT» appena posate). Ma senza grandi aspettative. «È opportuno tenere presente — scrive — come non modificando la geometria del tracciato, le forze e gli scorrimenti in gioco resteranno i medesimi e quindi il meccanismo che porta alla comparsa dei fenomeni di usura non sarà mitigato, con il rischio di portare alla comparsa di problematiche di precoce usura sulle ruote dei veicoli». In pratica: non è detto funzioni, anzi le deformazioni rischiano di spostarsi ai treni. Tanto che la manutenzione dei convogli è stata aumentata: la tornitura dei cerchioni e la riprofilatura delle ruote ogni 57.300 chilometri, invece di 120 mila; e la sostituzione dei cerchioni ogni 239 mila chilometri, invece di 300 mila.
L’anomalia dell’ultima nata tra le metropolitane milanesi si chiama «marezzatura». La causa: «Durante il passaggio del convoglio, complice il limitato raggio di curvatura del binario, nel contatto ruota-rotaia si generano forze rilevanti e condizioni d’attrito eccessive per la resistenza dell’acciaio delle rotaie stesse che provocano eccessive deformazioni/incrudimenti sul fungo (la parte alta, ndr) delle rotaie». Un «elevato stato di deformazione» è stato riscontrato nelle due curve strettissime denominate «C62» e «C62s» presenti nei tortuosi chilometri del tunnel che esce dalla fermata Zara, sottopassa il quartiere Isola e incrocia la M2 nella pancia dell’hub Garibaldi.
Dopo le analisi, i periti tranquillizzano: «La sicurezza di marcia del veicolo [...] non è compromessa». Ma non indicano una cura certa. Il problema, spiegano, «è da ascriversi principalmente alla criticità geometrica di alcune curve che presentano raggi di curvatura eccessivamente stretti». E «considerata l’impossibilità di modificare l’attuale geometria del tracciato», si possono solo «ricercare azioni mitigatrici» del fenomeno. Le contromisure finora non sono state sufficienti. Quindi, escluso l’aumento dello scartamento del binario, giudicato «sconsigliabile», ecco i suggerimenti: continuare la lubrificazione delle rotaie con i «moderatori d’attrito»; «molatura preventiva delle rotaie nuove» per eliminare eventuali difetti; «sperimentazione di un diverso profilo di rotaia che presenti un migliore accoppiamento dinamico con le ruote».
«In merito al profilo di responsabilità dell’anomalia tecnica, a oggi non sono ancora state effettuate le valutazioni», risponde intanto l’assessore alla Mobilità Marco Granelli all’interrogazione dei Cinque Stelle, ma il Comune «si è riservato di porre in essere azioni cautelative fintanto che non sarà stata verificata l’efficacia dei provvedimenti in corso d’attuazione e il funzionamento regolare del sistema». Per questo «la maggiore onerosità manutentiva è attualmente in carico al concessionario M5, così come il costo degli interventi mitigatori in fase di monitoraggio». Parole che non convincono il capogruppo M5S Gianluca Corrado che critica «i tempi lunghi» per risolvere il problema e il fatto che «non si ritenga prioritario identificare i responsabili».