Corriere della Sera (Milano)

Alcol, droga e l’arma non trovata «Ha aperto la porta al suo killer»

Voghera, le indagini sulla morte di Franco Catracchia. Ha la testa rotta

- Andrea Galli

Ai margini. Con enormi, insistenti problemi di alcolismo e un passato da tossicodip­endente che ogni tanto lo inseguiva. L’esistenza disperata di Franco Catracchia, 47 anni, si è interrotta sul letto del suo monolocale, la testa fracassata appoggiata al cuscino e intorno, nell’appartamen­to di via Negrotto Cambiaso, alla periferia di Voghera, la sporcizia e il disordine. La porta di casa, come ha giurato il vicino che non vedeva né sentiva Catracchia da tempo e che sabato s’è deciso ad andare a bussare, era aperta ma non spalancata. I carabinier­i di Voghera, che indagano coordinati dalla Procura di Pavia, si tengono un margine, pur esiguo, per non escludere un decesso naturale, magari a seguito di una caduta dopo una sbronza o l’assunzione di droga (con lui che confuso e semincosci­ente si sarebbe trascinato sul letto). Ma Catracchia, il quale campava anziché

sulla propria fatica sulla generosità degli amici e dei padri Barnabiti (insieme lo mantenevan­o e gli pagavano il basso affitto), molto probabilme­nte ha aperto all’assassino che forse reclamava dei soldi e potrebbe averlo ucciso al termine di una lite. Ieri la cerchia ristretta dei conoscenti, pare non più di dodici persone in tutto, è stata ascoltata a lungo dagli investigat­ori. Che, per cominciare, cercano l’eventuale arma nel delitto. Nell’appartamen­to non sarebbe stata trovata anche se, come abbiamo detto, il caos in quel piccolo spazio non ha aiutato; ad ammazzare Catracchia potrebbe essere stato un bastone oppure un pesante oggetto in ferro. In via Negrotto Cambiaso e nei dintorni (la vittima non aveva un’estesa geografia di movimento), il 47enne sarebbe stato notato per l’ultima volta martedì scorso, in solitudine. Da lì era «scomparso». Non è detto che la fine di Catracchia sia da ricondurre a sabato: lo stesso medico legale, nel rilevare come i caloriferi accesi e un ambiente minuto e assai caldo possano aver «influito» sul cadavere, attende l’autopsia per avere maggiori coordinate. Saranno compiuti accertamen­ti tecnici sia sul cellulare che sul computer dell’uomo, che in ogni modo non avrebbero avuto un traffico intenso. Non c’era la chiave nella serratura della porta; quel vicino di casa, finora, è stato interrogat­o due volte ma ha ribadito la propria totale estraneità, sembra creduto dai carabinier­i. Nell’appartamen­to sarebbero state rinvenute numerose tracce di sangue, perse dalla vittima o conseguenz­a di una colluttazi­one e dunque lasciate anche dall’aggressore. Gli investigat­ori hanno provato a setacciare marciapied­i, cespugli, l’asfalto sotto le macchine parcheggia­te e i cassonetti dell’immondizia casomai l’arma fosse stata abbandonat­a: nessun risultato, caccia vana. Dire con esattezza se dal monolocale manchi o no qualcosa, è altrettant­o difficile. Catracchia trattava la casa come una discarica, nulla era al suo posto: ormai s’era completame­nte lasciato andare alla deriva e nessuno riusciva a convincerl­o a lottare ancora.

L’avvistamen­to Il 47enne notato per l’ultima volta in strada martedì. Camminava ed era solo

 ??  ?? Il palazzo alla periferia di Voghera dove è stato trovato morto il 47enne
Il palazzo alla periferia di Voghera dove è stato trovato morto il 47enne
 ??  ?? Ultimo piano Il ballatoio con l’ingresso del monolocale
Ultimo piano Il ballatoio con l’ingresso del monolocale

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