Corriere della Sera (Milano)

Quattro solitudini nella Spagna bigotta

- Livia Grossi

Erotismo, ironia, religione e un pizzico di suspense: al Teatro Libero il 2017 si apre con «Atra Bile» di Laila Ripoll, spettacolo grottesco ambientato nella Spagna del nord diretto da Tiziana Bergamasch­i. «È un’ aspra critica a una società dove in nome dell’onore e della religione tutto deve essere taciuto, ma tutto accade» ( fino al 15 gennaio, via Savona 10, ore 21, ingresso 16 euro). In scena tre sorelle e una serva, quattro bigotte senza età ingabbiate nella loro dinamica malata, un fragile equilibrio che si spezza quando un giovane entra nella loro vita, i suoi racconti di viaggi in luoghi lontani le faranno innamorare di tutto ciò che non hanno mai vissuto. Sulla scena gelosie, intrighi e anche stregoneri­a. «Tutto accade nella notte della veglia, le donne sono di fronte al cadavere dell’uomo che le ha conquistat­e», spiega la regista, «per non farlo invecchiar­e gli chiuderann­o ogni orifizio e tra un sabba e una danza nera, il corpo nella bara tornerà giovane e virile come quando l’hanno conosciuto. Un realismo magico alla García Márquez, dove la figura maschile diventa il detonatore di un mondo femminile chiuso tra solitudine, invidie e meschinità». Un teatro della crudeltà dunque quello proposto dalla drammaturg­a madrilena Laila Ripoll, figlia di una famiglia che ha conosciuto la dittatura di Franco.

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«Atra bile» di Laila Ripoll

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