Metrò all’alba Al debutto 3 mila pendolari
Ma sui bus (ridotti) di notte viaggia la protesta
Debutto del metrò con partenza anticipata, ieri mattina. Quasi tremila persone hanno affollato le banchine con mezz’ora di anticipo. Il costo del servizio? «Circa 3 milioni e mezzo — spiega il presidente di Atm Bruno Rota —. Ma in questo caso, più che finanziario, il vero sforzo dell’Atm è stato organizzativo». Rota replica anche alle critiche sulle linee notturne tagliate nei giorni feriali: «In base alle nostre verifiche a volte viaggiavano 6-7 passeggeri sull’intero percorso di un bus».
L’«operazione alba» scatta alle 5.40 ai capolinea di San Donato, Abbiategrasso, San Siro, Molino Dorino, Bignami, Sesto. A seguire, partono tutti gli altri treni. Nel complesso, mezz’ora d’anticipo sul servizio del metrò. È il primo intervento di rilievo chiesto dalla nuova giunta sul trasporto pubblico, che Atm ha realizzato «con un grande sforzo organizzativo e nei tempi previsti». La modifica degli orari è partita ieri. Dai monitor della centrale operativa dell’azienda, a notte ancora fonda, si vedevano i primi passeggeri in attesa alle fermate già alle 5.30. Nel pomeriggio, negli uffici di Foro Bonaparte, il presidente Bruno Rota riflette sulla prima giornata del metrò all’alba. Quanti passeggeri hanno utilizzato il nuovo servizio?
«Migliaia». (Sembra che ieri siano stati trai2 e i 3 mila, ma l’ azienda non ha fornito dati precisi). Bastano a giustificare l’investimento?
«Teniamo presente che siamo solo al primo giorno, ci vorrà un po’ prima che i passeggeri che ne hanno necessità, verificati i loro tempi e percorsi, cambino stabilmente abitudini. È un processo che si auto alimenta, col tempo molte persone che si muovono a quell’ora capiranno che possono lasciare a casa l’auto e usare il metrò». Quanto costa il nuovo servizio?
«Circa 3 milioni e mezzo. Ma in questo caso, più che finanziario, il vero sforzo dell’Atm è stato organizzativo».
Non bastava, semplicemente, anticipare le partenze?
«Non è semplice come sembra. La sincronizzazione di una rete così complessa è comunque complicata. Siamo partiti senza fare prove nei giorni scorsi». Cosa cambia, in concreto, per Atm?
«L’aspetto principale è quello della manutenzione, sui treni e soprattutto nelle gallerie, che noi facciamo ogni notte e che ora dev’essere compressa in un periodo molto ristretto, tra le 2 e le 4.45».
È un tempo sufficiente?
«Con una buona organizzazione sì. Abbiamo anche mantenuto i treni “civetta”, che fanno il primo viaggio a vuoto, senza passeggeri, per un’ulteriore verifica di sicurezza». Torniamo ai costi. Chi ha sborsato i 3,5 milioni?
«Il nostro contratto di servizio, che è superiore ai 700 milioni, di fatto rimane invariato».
(Il contratto di servizio stabilisce la somma complessiva che il Comune versa all’Atm per gestire l’intero servizio del trasporto pubblico).
Dunque, chi paga?
«La risposta sta nel nostro sforzo di gestione e ottimizzazione».
Risparmi: ottenuti anche con la soppressione di alcune linee notturne, che ha animato una grossa polemica nei giorni scorsi?
«Sì, anche quelli. Ma soppressione non è la parola corretta». Perché?
«Ricordo che fino a qualche anno fa non esisteva neanche la linea sostitutiva della M2 di notte. E che la rete delle 24 linee notturne è partita con Expo, con le maggiori risorse legate a quel periodo, e che alla fine dell’Esposizione si decise di “mantenere provvisoriamente attivi” quei servizi». Di fatto, comunque, alcune linee sono scomparse.
«Prima di Expo anche le linee sostitutive del metrò nei giorni feriali si fermavano tra le 2 e le 5. Oggi restano attive, con la 90/91. Sono le linee di grande forza, che assorbono il 75 per cento dei 50 mila passeggeri notturni nella fascia 1.30-5.30. Sulle altre, in base alle nostre verifiche puntuali, a volte viaggiavano 6-7 passeggeri sull’intero percorso di un bus». Saranno anche poche persone, ma ora restano senza.
«Le nostre risorse, ripeto, sono sempre quelle. E dunque, dal punto di vista industriale, il discorso è chiaro: non si possono penalizzare 2 milioni di passeggeri che ogni giorno usano i mezzi pubblici per sostenere servizi non giustificati. Le polemiche mi sembrano sterili. Forse a qualcuno non va giù che l’Atm lavora, si organizza e risponde alle esigenze nei tempi richiesti. Bisogna infine ricordare che nei fine settimana, il venerdì e il sabato, tutte le linee notturne restano garantite».