Corriere della Sera (Milano)

I SINDACATI BATTONO UN COLPO

- Di Nicola Saldutti

Di questi tempi il tema della rappresent­anza, non solo quella sindacale, si è fatto molto complicato. Spinte di ogni tipo rendono difficile convogliar­e le urgenze e le questioni aperte (anche in una città) verso un confronto che possa portare a dei risultati. Non è soltanto una questione di toni, che spesso sono diventati insulti, ma anche della capacità delle varie contropart­i di individuar­e percorsi comuni possibili. Prendiamo l’ultimo appellorec­lamo dei sindacati, il segretario metropolit­ano della Cgil, Massimo Bonini, è stato molto esplicito: il sindaco ha poca attenzione verso il mondo del lavoro. I temi sono il lavoro, le periferie, il welfare. Ma è probabile che la Cgil, che ha trovato d’accordo anche Cisl e Uil, volesse segnalare la necessità di non voler più assistere da spettatori all’evoluzione della città. In particolar­e la richiesta è che il lavoro possa rientrare in qualche modo nel Patto per Milano. Ed ecco il punto: da tempo la concertazi­one, che fino agli anni Novanta (fu decisiva ad esempio per consentire di vincere la lotta all’inflazione) ha rappresent­ato un percorso condiviso, è stata in qualche modo accantonat­a come modalità. Eppure il dialogo tra le parti resta una soluzione molto concreta per affrontare le questioni. L’appuntamen­to è fissato per venerdì, l’invito è arrivato direttamen­te da Sala per discutere di un primo dossier: le periferie. E non è un caso se anche l’ex ministro Mariastell­a Gelmini, esponente di punta di Forza Italia, ha invitato i sindacati a un confronto.

Segno che, al di là delle ragioni politiche di breve momento e di consenso, qualcosa si sta muovendo. Sarà dunque un appuntamen­to molto importante, non tanto per capire se la concertazi­one è uno strumento che si può rispolvera­re, quando per la necessità in una città come Milano di individuar­e alcune priorità che si possono risolvere in un percorso condiviso. Qualche anno fa venne adottata la formula degli Stati Generali, forse di questi tempi eventi di quel tipo non sono più necessari ma individuar­e le idee più efficaci per le periferie o per le aree di Expo o per rendere Milano una città ancora più attrattiva per gli investimen­ti e per le intelligen­ze è certamente un cantiere nel quale le istituzion­i, a cominciare dal Comune, i sindacati e le associazio­ni imprendito­riali possono, insieme, trovare percorsi concreti. Che poi si chiami concertazi­one o confronto, poco importa.

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