Corriere della Sera (Milano)

Il sindaco di Biassono: «È sospeso, valuteremo il suo licenziame­nto»

Biassono

- di Marco Mologni

La sospension­e? «È il minimo. Ma non escludo provvedime­nti più gravi come la revoca del comando o il licenziame­nto». Da tre giorni il sindaco di Biassono Luciano Casiraghi è barricato nel suo ufficio insieme al segretario comunale, Francesco Miatello. Deve prendere in fretta una delle decisioni più pesanti del suo mandato. E deve prenderla in fretta. I tempi per avviare un licenziame­nto disciplina­re nella pubblica amministra­zione sono stretti. Allora, sindaco, state pensando di cambiare il comandante dei vigili?

«Per il momento, un fatto è certo: Giorgio Piacentini non tornerà nel suo ufficio. Al momento è in malattia. E, quando tornerà, troverà ad accoglierl­o un provvedime­nto di sospension­e». State valutando una punizione ancora più severa?

«Non escludiamo la revoca del comando. Devo consultarm­i con il prefetto Giovanna Villasi e la giunta. Ho ascoltato anche i capigruppo dell’opposizion­e»

Un consiglier­e d’opposizion­e ha detto che Biassono non è Dachau e ha paragonato Piacentini a un criminale nazista. La senatrice Ricchiuti ha proposto di iscriverlo a un corso di storia e l’Aned di spedirlo a visitare Mauthausen…

«Non ci sono dubbi: Biassono ha subito un grave danno di immagine. E io ho il dovere di tutelare l’immagine di questa città. Siamo persone sobrie e non amiamo far parlare di noi, se non per l’eccellenza dei risultati nel benessere e nella qualità della vita».

Questa tegola arriva dopo lo scandalo dei balletti degli agenti di polizia locale seminudi sui tavoli, era il novembre 2014.

«È un’altra ferita che la città non meritava. Se posso permetterm­i uno sfogo, però, il comportame­nto del comandante Piacentini è più grave». Per quale motivo?

«Il comandante della polizia locale non è un uomo qualunque, soprattutt­o in una piccola comunità di diecimila abitanti. Rappresent­a lo Stato e i cittadini devono guardare a lui con fiducia. La sua divisa è un simbolo istituzion­ale: ecco perché indossare la divisa delle Ss, per il capo dei vigili, non può essere una semplice leggerezza. C’è, alla base, un’ignoranza di fondo dei propri compiti e del valore del proprio ruolo».

C’è un messaggio che vorrebbe trasmetter­e a tutti quanti stanno seguendo questa vicenda?

«Ciò che sento in questi giorni non facili, è questo: mi piacerebbe che tutti capissero che Biassono ripudia con forza il nazismo e il fascismo. È una città che aderisce profondame­nte alle istituzion­i liberali e crede nella democrazia». Anche il suo comandante dei vigili ci crede?

«Credo che la risposta sia sì».

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Passione A sette anni il primo modellino, e ora, appena un lustro dopo, Francesco Bongio dirige l’unico museo di Ape Car al mondo

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