Expo e Sala L’inchiesta prorogata 6 mesi
Il gip ha accolto la richiesta della Procura generale. Il sindaco indagato non commenta. L’opposizione: luce sui misteri
La Procura generale di Milano avrà altri sei mesi per lavorare sull’inchiesta che vede indagato Beppe Sala per falso materiale e falso in atto pubblico in relazione all’appalto della «Piastra». Il gip ha accolto la richiesta di proroga delle indagini che riguardano anche altre sei persone. Nessun commento da parte del sindaco, che si era autosospeso per pochi giorni dopo la notizia dell’iscrizione tra gli indagati.
Ha altri sei mesi la Procura generale di Milano per lavorare sull’inchiesta che vede indagato il sindaco Giuseppe Sala per falso materiale e falso in atto publico come ex amministratore delegato di Expo, in relazione alla sostituzione nel 2012 di due componenti della commissione che aggiudicò l’appalto della «Piastra», la base tecnologica sulla quale furono poi edificati i padiglioni, vinto nel 2012 dall’impresa Mantovani con un ribasso del 42 per cento sulla base d’asta di 272 milioni. Il gip ha accolto la richiesta di proroga delle indagini che riguardano anche altre sei persone.
A chiedere la proroga era stato il sostituto procuratore generale Felice Isnardi dopo che erano scaduti i 30 giorni previsti in caso di avocazione. Infatti, dopo che la Procura ordinaria aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, quando ancora il nome di Sala non compariva tra gli indagati, la procura diretta da Roberto Alfonso aveva avocato l’inchiesta per poi chiedere il 6 dicembre scorso al gip Lucio Marcantonio di poter indagare ancora a causa della «complessità della vicenda processuale» e perché aveva dovuto iscrivere nuove persone nel registro degli indagati, specificando che si trattava dello stesso Sala e del costruttore Paolo Pizzarotti, accusato di turbativa d’asta. I loro nomi si aggiungevano a quelli dei cinque vecchi indagati.
Con un provvedimento di una decina di pagine, il gip Lucio Marcantonio ha esposto i presupposti giuridici in base ai quali ha rigettato le opposizioni alla proroga depositate dai difensori di alcuni degli indagati, ma non dal legale di Sala, l’avvocato Salvatore Scuto. Nessun commento da parte del sindaco, che si era autosospeso per pochi giorni dopo la notizia dell’iscrizione tra gli indagati, mentre la coordinatrice lombarda di Forza Italia, la deputata e consigliere comunale a Milano, Mariastella Gelmini, invita a lasciare «che la magistratura faccia il proprio lavoro. Noi ci occupiamo di politica, non di inchieste». Si augura che le indagini facciano «luce su tutti i misteri che avvolgono Expo» e che Sala «rimanga a fare il suo compito» il capogruppo dei 5 stelle al Comune Patrizia Bedori.