Corinna Agustoni all’Elfo tra teatro, danza e psicoanalisi
«Ho realizzato ciò che desidero? Sono me stessa? Ho ascoltato la mia vera natura? Questo spettacolo è la storia di una donna alla ricerca della propria vocazione». Elisabetta Faleni propone «Le stanze di sé», la sua nuova creazione interpretata da Corinna Agustoni. Un lavoro in equilibrio tra parola, gesto e immagini che ha per protagonista una sessantenne chiusa in casa, una donna qualunque che si confronta con la paura della vita, fino alla sua trasformazione (da stasera al 29 gennaio al teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, ore 19.30, 32,50 euro). In scena un cubo bianco, la scatola mentale della donna e gli elementi che la abitano, l’autrice interpreta il Super io (Claudia Casolaro la sostituisce il 17-22 gennaio), «una presenza dal volto velato che confonde la protagonista», spiega la Faleni, «o meglio la sua vera natura, la sua zona animale, il Sé (Corinna Agustoni). Per allontanarla dal suo istinto, l’Io cerca di disorientarla spostando le pareti della casa, muri da cui escono aghi, forbici e le inquietanti voci dei vicini di casa».
L’incubo s’interrompe quando la donna prende contatto con la sua anima, un’ombra che cerca di comunicare con altri linguaggi e forme (il video di Celine Volonterio). Quell’incontro diventa un abbraccio, l’inizio del grande cambiamento, la donna si perdona, scopre e accetta se stessa. Uno spettacolo «psicanalitico», ma non per questo rivolto ad un pubblico di addetti ai lavori: «ognuno di noi s’interroga sulla propria natura, l’infelicità deriva dalla sua mancata realizzazione», dice l’autrice. «Scoprire chi si è davvero non è certo facile, può non bastare una vita, ma almeno proviamo a chiedercelo, è importante, è il vero scopo del nostro esistere».
Una pièce psicoanalitica sul senso profondo dell’esistenza che riguarda tutti noi