Andrea e il taglio ai bus di notte «Così movida irraggiungibile»
«Tagliando le corse notturne dei bus che portano dal centro alla periferia penalizzano alcune fasce di lavoratori ma soprattutto noi giovani. Tutti devono avere la possibilità di vivere Milano, non solo a quelli che abitano nelle zone della movida o quelli che possono pagarsi la macchina». Andrea Martani, 23 anni, originario di Parma, è a Milano dal 2011. Studia ingegneria al Politecnico, vive in una residenza universitaria a Quarto Oggiaro e ieri mattina ha scoperto che sono state soppresse dieci linee di bus notturno tra cui la N57, quella che prendevano sempre lui e i suoi amici: «Di giorno studiamo o lavoriamo, di sera vorremmo uscire, e non solo nel weekend. In questi ultimi anni ci siamo abituati ad avere un sistema di trasporto sicuro».
Loro passavano la serata sui Navigli, poi arrivavano al Castello dove salivano sulla N57 che li portava fino al passante Certosa. Non hanno auto, dovranno cercare un’altra soluzione: «Un’idea sarebbe il car sharing ma il ritorno si complica. È un disincentivo ad uscire. Cosa dobbiamo fare, passare le sere nel pensionato a guardare la tv? — dice ancora Andrea —. Io e gli amici vorremmo unirci alle proteste sui social network. Per noi è un disagio grosso, anche se serve a garantire l’apertura anticipata del metrò». La giunta promette servizi aggiuntivi in periferia, però: «Per ora l’unica consolazione è che lasceranno la 90/91 e le linee sostitutive del metrò. Tutto sommato è meglio un taglio così, trasparente, piuttosto di manovre meno chiare come diminuire la frequenza del bus di notte».
Il problema però resta: «Quelle linee saranno anche state sottoutilizzate, ma avevano una importante funzione sociale». (el. an.)