«Via le giostre, parta il rilancio» Battaglia per il decoro del verde
Documento del Municipio 1: stop alle deroghe, le aree storiche vanno tutelate
Fuori giostrine e patinoire dai parchi storici. Per sempre, senza più deroghe. La battaglia per la tutela del verde riparte con più forza dal Municipio 1. L’ordine del giorno della commissione Ambiente, che sarà discusso martedì prossimo in Consiglio, è il primo atto del nuovo anno. La difesa dei parchi Sempione e Montanelli gioca d’anticipo. Prima, cioè, che gli uffici di Palazzo Marino si trovino sul tavolo l’ennesima pratica degli spettacoli viaggianti. E in attesa che il Consiglio voti il nuovo Regolamento di tutela del verde si fissano i paletti. Nel documento la commissione ricorda che i parchi sono tutelati dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio. Sono molto frequentati ma al tempo stesso fragili.
Elena Grandi, assessore al Verde e all’Ambiente del Municipio, chiarisce: «Tra i doveri dell’amministrazione c’è la tutela e la valorizzazione del patrimonio verde. E le condizioni in cui questi luoghi vengono restituiti alla città all’indomani dei più vari eventi è sotto gli occhi di tutti. Il ripristino di aiuole e prati e viali non è mai sufficiente a riportali alla condizione originaria e ciò ne comporta un progressivo deterioramento».
Lo scontro, il più recente, tra Municipio e Palazzo Marino si registrò in occasione dell’ultima festa dell’Unità che, anche per questa ragione, fu delocalizzata negli ampi spazi dell’ex scalo Porta Romana, in periferia. Lo scorso inverno il parlamentino perse l’ennesimo braccio di ferro per scongiurare l’installazione delle giostre. E di nuovo prima di Natale non è riuscito ad impedire che per le feste natalizie si insediasse la pista del ghiaccio con annessi mercatini.
I giardini pubblici Montanelli rappresentano il primo parco cittadino progettato per uso pubblico lla fine del Settecento con impianto alla «francese»: si estendono per 172 mila metri quadrati, tra Corso Venezia, i Bastioni di Porta Venezia, via Manin e via Palestro. Li disegnò tra il 1782 e il 1786 l’architetto Piermarini su un’area che apparteneva ai Monasteri di San Dionigi e delle Carcanine, che erano stati soppressi sotto il dominio asburgico della città.
Il parco Sempione è grande quasi il doppio. È il secondo parco costruito nel 1893 in città ad uso pubblico e deve il proprio nome al fatto di essere posto lungo la direttrice che dal Duomo porta, attraverso l’Arco della Pace, su progetto di Emilio Alemagna. Da subito divenne sede di iniziative pubbliche, come l’Esposizione Internazionale del 1906 di cui resta, come testimonianza, il padiglione dell’Acquario civico in stile Liberty. L’idea di Alemagna fu quella di un grande parco all’inglese, composto da corsi d’acqua, sentieri, brevi alture, come la collina del Monte Tordo, con un gioco prospettico tra Castello Sforzesco e Arco della Pace e solo nel 2003 si è concluso un importante restauro iniziato nel 1996 che ha completato la recinzione aumentando la superficie protetta da 167 mila a 386 mila metri quadrati.
«Oltre ad essere di ampie dimensioni, ad ospitare piante secolari e pregiate — continua Elena Grandi — sono particolari per la presenza di un articolato sistema di viali in terra battuta o “calcestre”, di zone d’acqua e fontane, di oasi di biodiversità, aree cani e aree attrezzate per io gioco dei bambini». Il dramma degli eventi si sintetizza nel montaggio di grandi strutture «che vanno ad occupare vaste zone a verde — si legge nel documento della commissione — e che comportano l’accesso di mezzi pesanti che la conformazione dei viali non è in grado di sopportar senza che conseguano problematiche al fondo stradale, ai cordoli, alle aiuole e ai prati».