LE ATTESE AL PRONTO SOCCORSO E IL MEDICO CHE OGGI CI MANCA
Caro Schiavi, giovedì scorso, a seguito di un episodio di palpitazione e fibrillazione cardiaca, mi sono recato al «nuovo» Pronto soccorso del Policlinico, accompagnato da mia moglie. Fatta l’accettazione e subito prima di fare l’elettrocardiogramma e i prelievi per le analisi di routine, il cuore ha ripreso i suoi battiti regolari. Sia il cardiogramma sia le analisi poi confermavano la regolarità dello stato di salute. Fin qui tutto bene. Solo che mi è stato assegnato il codice bianco per una visita medica di completamento e ciò ha comportato una lunghissima attesa poiché il programma gestito dal computer assegna le priorità in base alla gravità dello stato dei pazienti.
Ovviamente, capita che nuovi arrivati necessitino di soccorso in gradi diversi che si inseriscono con codici verde, giallo e rosso, relegando quelli con codice bianco in coda a tutti. Io per esempio, dopo nove ore di attesa per la visita medica di controllo, ho rinunciato perché all’ultimo momento erano subentrati due nuovi arrivi con priorità più alta e poi forse ce ne sarebbero stati altri per una attesa che diventava infinita. Se si rinuncia poi non si ricevono né le dimissioni né i risultati delle analisi.
Comunque vorrei fare una critica costruttiva: prescindendo dalle buone qualità dell’assistenza, la sala di attesa è troppo piccola e inadeguata. Infine: perché non abolire il codice bianco dal programma e, dato che sono pochi numericamente, inserirli tra i verdi o i gialli? Paolo S.
Caro Paolo, partiamo dalla buona notizia che è quella conta: il suo cuore ha smesso di fare le bizze. Capisco lo stato d’ansia e la corsa in ospedale, ma questi sono giorni speciali e le attese sono esasperate dall’emergenza influenzale: sotto le feste il Pronto soccorso diventa il refugium peccatorum per ogni patologia. Quanto a critiche e suggerimenti: 1) La sala d’attesa potrebbe essere più grande, è vero, ma il Policlinico è stato ristrutturato e ha dovuto rispettare i vincoli degli edifici storici. 2) I codici hanno una logica: rosso, intervento entro pochi minuti; giallo, entro venti minuti; verde, entro quattro ore; bianco problema piccolo e circoscritto. Semmai servirebbe un filtro con maglie più strette, certi sintomi potrebbero essere intercettati e risolti senza arrivare sempre al Pronto soccorso. Ma la medicina sul territorio non è mai partita. Suggerisco un film, Il medico di campagna, del regista francese Thomas Lilti, ai nostri politici, per riconsiderare una professione che non deve essere quella dello scrivano, ma del vero dottore.