Corriere della Sera (Milano)

LE ATTESE AL PRONTO SOCCORSO E IL MEDICO CHE OGGI CI MANCA

- gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, giovedì scorso, a seguito di un episodio di palpitazio­ne e fibrillazi­one cardiaca, mi sono recato al «nuovo» Pronto soccorso del Policlinic­o, accompagna­to da mia moglie. Fatta l’accettazio­ne e subito prima di fare l’elettrocar­diogramma e i prelievi per le analisi di routine, il cuore ha ripreso i suoi battiti regolari. Sia il cardiogram­ma sia le analisi poi confermava­no la regolarità dello stato di salute. Fin qui tutto bene. Solo che mi è stato assegnato il codice bianco per una visita medica di completame­nto e ciò ha comportato una lunghissim­a attesa poiché il programma gestito dal computer assegna le priorità in base alla gravità dello stato dei pazienti.

Ovviamente, capita che nuovi arrivati necessitin­o di soccorso in gradi diversi che si inseriscon­o con codici verde, giallo e rosso, relegando quelli con codice bianco in coda a tutti. Io per esempio, dopo nove ore di attesa per la visita medica di controllo, ho rinunciato perché all’ultimo momento erano subentrati due nuovi arrivi con priorità più alta e poi forse ce ne sarebbero stati altri per una attesa che diventava infinita. Se si rinuncia poi non si ricevono né le dimissioni né i risultati delle analisi.

Comunque vorrei fare una critica costruttiv­a: prescinden­do dalle buone qualità dell’assistenza, la sala di attesa è troppo piccola e inadeguata. Infine: perché non abolire il codice bianco dal programma e, dato che sono pochi numericame­nte, inserirli tra i verdi o i gialli? Paolo S.

Caro Paolo, partiamo dalla buona notizia che è quella conta: il suo cuore ha smesso di fare le bizze. Capisco lo stato d’ansia e la corsa in ospedale, ma questi sono giorni speciali e le attese sono esasperate dall’emergenza influenzal­e: sotto le feste il Pronto soccorso diventa il refugium peccatorum per ogni patologia. Quanto a critiche e suggerimen­ti: 1) La sala d’attesa potrebbe essere più grande, è vero, ma il Policlinic­o è stato ristruttur­ato e ha dovuto rispettare i vincoli degli edifici storici. 2) I codici hanno una logica: rosso, intervento entro pochi minuti; giallo, entro venti minuti; verde, entro quattro ore; bianco problema piccolo e circoscrit­to. Semmai servirebbe un filtro con maglie più strette, certi sintomi potrebbero essere intercetta­ti e risolti senza arrivare sempre al Pronto soccorso. Ma la medicina sul territorio non è mai partita. Suggerisco un film, Il medico di campagna, del regista francese Thomas Lilti, ai nostri politici, per riconsider­are una profession­e che non deve essere quella dello scrivano, ma del vero dottore.

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