Passione contemporanea
Festa-concerto mercoledì al Teatro Litta per i 40 anni del Divertimento Ensemble
«Sono stati 40 anni belli, intrepidi, emozionanti. Ne è valsa la pena, e anche di più», assicura Sandro Gorli, direttore, compositore, dal ‘77 anima di quel Divertimento Ensemble nato per sostenere la musica contemporanea. Missione utopica in un Paese ricco di talenti ma poco sensibile alla loro promozione, portata avanti con perseveranza da Gorli con un gruppo di musicisti impegnati nell’affiancare l’attività concertistica all’impegno didattico: commissioni di nuovi pezzi, prime esecuzioni, workshop per giovani talenti e pure per bambini... «Insomma tutte quelle attività necessarie per una crescita musicale e culturale. All’estero sono un compito dello Stato, in Italia no. Così ce ne siamo fatti carico noi, dal basso».
Il traguardo vale una festa. E pure una follia musicale: far riscrivere
da 33 compositori di oggi le «Variazioni Diabelli» di Beethoven. Pazza idea, un po’ temeraria, in tema con il «Divertimento» iscritto nel nome dell’Ensemble e pure con quello che è considerato il brano più umoristico della produzione beethoveniana. «Un’ottima occasione per riunire alcuni tra gli autori che più hanno collaborato con noi in questi anni. Il risultato è un intreccio di paesaggi sonori stralunati, imprevedibili». E il 18 sera, le «Diabelli» del Terzo Millennio verranno eseguite al Teatro Litta presenti i 33 compositori che, con Gorli e il suo Ensemble, a fine concerto brinderanno con il pubblico. Che in questi 40 anni forse non è cresciuto quanto si sperava ma d’altra parte «si è fatto più consapevole nell’ascolto». Certo le difficoltà non mancano: «Negli anni Settanta per la contemporanea era più facile trovar posto nelle sale da concerto. Oggi ne è esclusa quasi totalmente. Perché se non si vuol rischiare un taglio nei finanziamenti i teatri devono essere pieni il più possibile. A scapito di ricerca e qualità». Ma nonostante questo la contemporanea va. «Se ne fa e se ne ascolta più di prima grazie ai gruppi sorti di recente, all’esecuzione in luoghi non abituali. Oltre che al Litta, i 9 concerti della nostra stagione si svolgeranno al Piccolo Melato, al Leo- nardo, alla Palazzina Liberty, al Museo del Novecento, all’Auditorium San Fedele».
La moltiplicazione dei gruppi e degli spazi conforta nell’impegno. «Milano oggi è la capitale della contemporanea, un privilegio da valorizzare e potenziare in futuro». Per esempio trovando uno spazio per la musica di domani, dove ospitare anche le varie masterclass che l’Ensemble tiene nel Monferrato o nel Piacentino, le lezioni di musica ospitate in libreria, i corsi per direttori d’orchestra e cantanti, l’Accademia Internazionale che da quest’anno coordinerà tutte le attività. «Occorrerebbe un centro di formazione e produzione come in tante città europee. Per Milano sarebbe l’occasione per confermarsi il cuore della grande musica. Per ora solo un sogno. Ma non vogliamo smettere di sognare».