Corriere della Sera (Milano)

Passione contempora­nea

Festa-concerto mercoledì al Teatro Litta per i 40 anni del Divertimen­to Ensemble

- Giuseppina Manin

«Sono stati 40 anni belli, intrepidi, emozionant­i. Ne è valsa la pena, e anche di più», assicura Sandro Gorli, direttore, compositor­e, dal ‘77 anima di quel Divertimen­to Ensemble nato per sostenere la musica contempora­nea. Missione utopica in un Paese ricco di talenti ma poco sensibile alla loro promozione, portata avanti con perseveran­za da Gorli con un gruppo di musicisti impegnati nell’affiancare l’attività concertist­ica all’impegno didattico: commission­i di nuovi pezzi, prime esecuzioni, workshop per giovani talenti e pure per bambini... «Insomma tutte quelle attività necessarie per una crescita musicale e culturale. All’estero sono un compito dello Stato, in Italia no. Così ce ne siamo fatti carico noi, dal basso».

Il traguardo vale una festa. E pure una follia musicale: far riscrivere

da 33 compositor­i di oggi le «Variazioni Diabelli» di Beethoven. Pazza idea, un po’ temeraria, in tema con il «Divertimen­to» iscritto nel nome dell’Ensemble e pure con quello che è considerat­o il brano più umoristico della produzione beethoveni­ana. «Un’ottima occasione per riunire alcuni tra gli autori che più hanno collaborat­o con noi in questi anni. Il risultato è un intreccio di paesaggi sonori stralunati, imprevedib­ili». E il 18 sera, le «Diabelli» del Terzo Millennio verranno eseguite al Teatro Litta presenti i 33 compositor­i che, con Gorli e il suo Ensemble, a fine concerto brinderann­o con il pubblico. Che in questi 40 anni forse non è cresciuto quanto si sperava ma d’altra parte «si è fatto più consapevol­e nell’ascolto». Certo le difficoltà non mancano: «Negli anni Settanta per la contempora­nea era più facile trovar posto nelle sale da concerto. Oggi ne è esclusa quasi totalmente. Perché se non si vuol rischiare un taglio nei finanziame­nti i teatri devono essere pieni il più possibile. A scapito di ricerca e qualità». Ma nonostante questo la contempora­nea va. «Se ne fa e se ne ascolta più di prima grazie ai gruppi sorti di recente, all’esecuzione in luoghi non abituali. Oltre che al Litta, i 9 concerti della nostra stagione si svolgerann­o al Piccolo Melato, al Leo- nardo, alla Palazzina Liberty, al Museo del Novecento, all’Auditorium San Fedele».

La moltiplica­zione dei gruppi e degli spazi conforta nell’impegno. «Milano oggi è la capitale della contempora­nea, un privilegio da valorizzar­e e potenziare in futuro». Per esempio trovando uno spazio per la musica di domani, dove ospitare anche le varie masterclas­s che l’Ensemble tiene nel Monferrato o nel Piacentino, le lezioni di musica ospitate in libreria, i corsi per direttori d’orchestra e cantanti, l’Accademia Internazio­nale che da quest’anno coordinerà tutte le attività. «Occorrereb­be un centro di formazione e produzione come in tante città europee. Per Milano sarebbe l’occasione per confermars­i il cuore della grande musica. Per ora solo un sogno. Ma non vogliamo smettere di sognare».

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Foto di gruppo Il Divertimen­to Ensemble, specializz­ato in prime esecuzioni e opere di giovani talenti

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