Corriere della Sera (Milano)

MALATI CHE SCELGONO LA VITA SOSTENERLI È UN NOSTRO DOVERE

- gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, ho letto la testimonia­nza sulla Sla (Corriere del 18 febbraio) e, non condividen­do la tesi, vorrei aggiungere qualcosa di personale. Ho avuto mia moglie malata di Sla, conosco molti malati, frequento tante famiglie degli stessi malati e oggi sono volontario dell’Associazio­ne Aldo Perini onlus di Settimo Milanese. Alcuni di questi malati non vogliono essere tracheotom­izzati e si lasciano andare, altri scelgono la vita e vivono con la loro famiglia in modo dignitoso, aiutati dai loro cari. La testimonia­nza del Corriere riferisce di una malata che ha scelto (come suo diritto) di concludere presto la sua vita. Ma in questo universo ci sono tanti che scelgono di vivere e vorrebbero essere sostenuti. Ci sono papà e mamme malate di Sla che hanno bimbi piccoli e vivono per i loro figli, ma non sono aiutati in modo dignitoso dalle istituzion­i. Possono avere una, due, tre badanti per sopravvive­re e sapete quanto danno loro le istituzion­i? Mille euro, quando una badante ne costa 1.200. Una badante però non basta, minimo ne occorrono due con conoscenze sulla malattia e vi garantisco che costano molto di più (se sono in regola). Provate a fare i conti per qualche famiglia disagiata e vedrete quali sono i costi. È molto più facile far ricoverare un malato presso una struttura che avere un malato in casa. Bisogna conoscere tutte le difficoltà che si incontrano a livello burocratic­o e assistenzi­ale, per avere l’accompagna­mento e l’invalidità o per avere gli ausili, i comunicato­ri vocali, le medicine a pagamento, le garze, le creme. Verificate. Incontrere­te un mondo che non riuscite a immaginare. La rincorsa delle famiglie verso cure che non danno speranze, gli annunci, le scoperte, le delusioni. Vi faccio una domanda: come si sconfigge la Sla ? Sicurament­e rispondere­te: con la ricerca. Allora vi chiedo di fare articoli su questa ricerca e sulle soluzioni inesistent­i e i giri di spesa. E poi raccontate l’iter di una famiglia con un malato di Sla. Giancarlo Laudenzi

Caro Laudenzi, non so dove tante persone trovino la forza di resistere e affrontare con coraggio una malattia invalidant­e come la Sla, ma so che ci sono e combattono ogni giorno con caparbia volontà. Rendere meno complicata la burocrazia dell’assistenza è un dovere delle istituzion­i e anche nostro. Le giro le parole di Marinella Raimondi, malata di Sla, che grazie alla sua famiglia ha affrontato il lungo calvario traendone questa sintesi: «La metà che io vivo è quella che ha senso e dà senso all’esistenza. Cosa importa se non posso correre…».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy