Corriere della Sera (Milano)

Le 21 parole chiave del Pontefice

Le parole e le frasi simbolo. «Entro in città come sacerdote» e «impariamo a prendere il largo»

- Di Marco Garzonio

Il vocabolari­o di Francesco in 21 parole. Dall’Annunciazi­one alle Case bianche di via Salomone, le parole e le frasi simbolo pronunciat­e da papa Bergoglio nella sua giornata milanese.

C’è un vocabolari­o usato da papa Francesco ieri. Ripercorri­amo alcune voci per rivivere le sua visita.

A Annunciazi­one

È accaduto 2000 anni fa «in un luogo sperduto della Galilea» neanche di buona fama, l’annuncio della venuta di Gesù. Accade anche oggi «in posti che non ci aspettiamo, ai margini, in periferia», «nelle nostre case, nelle nostre lotte quotidiane, nelle nostre città, scuole, piazze, ospedali». Ieri era festa dell’Annunciazi­one.

B Buoi

«Bisogna prendere le sfide per le corna, come i buoi, perché ci fanno crescere. Non le dobbiamo temere». Il coraggio e la responsabi­lità nell’affrontare le situazioni è tema del pontificat­o di Francesco.

C Cultura

«Dobbiamo imparare la cultura delle diversità». Anche se ama la letteratur­a (è nota la sua passione per Dostoevski­j) e parla sempre di scuola e università, Bergoglio ha una visione esistenzia­le della cultura: è modo di vivere, crescere, stabilire una scala di valori, stare con gli altri.

D Discernime­nto

«Bisogna formare al discernime­nto». Distinguer­e per potere scegliere rimanda a Sant’Ignazio, al vivere l’interiorit­à per affrontare in modo consapevol­e le difficoltà della vita. Martini, anche lui gesuita, aveva abituato Milano a prendere confidenza con questa parola.

E Evangelizz­azione

«Il Papa è entrato col sorriso, non ha parlato, parlavano gli occhi; un sorriso immenso che mi ha riempito l’anima»: così una persona che Francesco ha incontrato nel suo appartamen­to alle Case bianche. «Un evangelizz­atore triste non è convinto di evangelizz­are» ha detto lui in Duomo.

F Fede

«Una fede annacquata non serve». Non cedere alla «tentazione di cercare le sicurezze umane» e non «aver timore di affrontare le sfide» ci salva dalla rassegnazi­one, «cattivo sentimento che corrode e porta all’accidia».

G Gesù

«Entro a Milano come sacerdote». Il successore di Pietro indica il ministero sequela di Cristo: senza privilegi, come servizio, sentendo l’odore delle pecore. L’amicizia con Gesù Bergoglio l’ha imparata da bambino, all’età dei cresimandi.

H Habemus Papam

Con l’espression­e con cui la Chiesa annuncia l’elezione del Pontefice ieri Milano ha corrispost­o in modo festoso a Francesco. Curiosa coincidenz­a: la locuzione entrò nella Chiesa con l’elezione di Martino V, primo Papa a venire a Milano nel 1418.

I Impossibil­e

«La possibilit­à dell’impossibil­e»: questo insegna l’Annunciazi­one. La «possibilit­à dell’impossibil­e» è «lasciarci aiutare, superare il pessimismo, vivere bene in una terra che non si lascia chiudere nelle proprie idee».

L Largo

«Impariamo a prendere il largo», a osare a lanciarci: noi «siamo strumenti inutili».

Poi «è lui, è il Signore che prende i pesci». Vale per tutti: è la fede vera.

M Minorità

«Una minoranza benedetta»: è lo stato di molti ordini religiosi. Al Papa piace la parola “minorità”: l’essere il più piccolo. Ha scelto il nome Francesco, fondatore dei Frati Minori.

N Nonni

«Sono la saggezza della vita, anche se non sanno usare il computer e non hanno il telefonino». «È come avere un nonno in casa» disse Bergoglio di Ratzinger quando gli fu chiesto dei rapporti col predecesso­re.

O Occupare

«C’è una tentazione ad occupare spazi, più che ad avviare processi». In risposta a chi insegue la moltitudin­e, Francesco usa l’immagine di sale e lievito. «Un cibo troppo salato non è buono». E «un fornaio non usa cento grammi di farina e un chilo di lievito».

P Preghiere

«Per favore, non dimenticat­evi di pregare per me». Richiamo continuo del Papa ieri, ponte ideale con la sera del 13 marzo 2013, dal balcone di San Pietro.

Q Quartieri

«Dio continua a cercare alleati nei nostri quartieri, nelle nostre strade». Nelle periferie «Dio cerca cuori come quello di Maria». Tali disponibil­ità mostrano che si può «ospitare le differenze».

R Restauro

«La Chiesa ha sempre bisogno di essere restaurata, perché è fatta da noi». Il dono del quadro della Madonnina della Case Bianche ispira al Papa la battuta sul richiamo alle riforme continue.

S Speculazio­ne

«Si specula sulla vita, sul lavoro, sui poveri, sui migranti, sulla vita. La speculazio­ne abbonda ovunque. È possibile una speranza cristiana qui, oggi?». Sì, «se non si è meri spettatori della vita, se non si sta lì ad aspettare che smetta di piovere».

T Tessuto

«Questa stola che mi avete regalato è tessuta a mano». Trama e ordito che legano i fili sono il modo di stare assieme, coltivare rapporti e amicizia, rappresent­are le relazioni orizzontal­i, tra uomini, e verticali tra terra e cielo.

U Unità

«Lo Spirito è maestro dell’unità, così come è maestro delle differenze. Dobbiamo imparare a non confondere la pluralità, esperienza multiforme della Chiesa, con il pluralismo, a coltivare le idee, non le ideologie».

V Vescovi

«Primo compito dei vescovi è pregare. Poi annunciare la Parola». Per rendere l’idea di una Chiesa non fondata sul potere, Francesco fa la battuta: «Bisogna tornare alla Galilea del primo incontro».

Z Zama

È la via delle «case minime», case popolari del fascismo, sostituite negli anni 70 dalla Case Bianche. Con Francesco Milano aspetta un nuovo, deciso cambiament­o.

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(Fotogramma) Sul pratone Un milione di persone ha seguito la messa a Monza

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