Corriere della Sera (Milano)

Sinistra divisa dal referendum

La spinta autonomist­a tenta la sinistra. Il sindaco di Bergamo: Regione, potrei correre

- Andrea Senesi

«E se votassimo sì al referendum per l’autonomia regionale?». È la tentazione che si fa strada in alcuni settori del centrosini­stra milanese. La «provocazio­ne» arriva dall’iniziativa organizzat­a dai movimenti civici dell’ex assessore Franco D’Alfonso.

«E se votassimo sì al referendum per l’autonomia regionale?». È la tentazione che inizia a farsi strada in alcuni settori del centrosini­stra milanese e lombardo. La «provocazio­ne» arriva dal palco dell’Umanitaria, dall’iniziativa organizzat­a dai movimenti civici dell’ex assessore di Palazzo Marino Franco D’Alfonso, uno dei protagonis­ti della stagione arancione di Milano. «Trasformar­e un referendum convocato per dividere in una occasione per condivider­e e sostenere la nostra proposta di federalism­o e regionalis­mo di sviluppo può essere una grande occasione», scandisce D’Alfonso. Un sasso nello stagno. La «provocazio­ne» viene infatti immediatam­ente raccolta da uno degli invitati più acclamati del convegno, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il cui ragionamen­to è però lievemente diverso da quello di D’Alfonso. «Maroni in cinque anni non ha fatto niente per portare maggiore autonomia in Lombardia e questo referendum ha il chiaro sapore delle propaganda. Ma noi dobbiamo prendere l’iniziativa, non dobbiamo lasciarla ai nostri avversari. Il federalism­o differenzi­ato è da sempre una nostra bandiera e costituisc­e il modello che giustament­e abbiamo opposto alla Lega secessioni­sta. Dobbiamo usare questi mesi per prendere l’iniziativa, se poi arriverà il referendum voteremo sì, perché non si può votare no su un tema simile». Nello schema di Gori, il governo dovrebbe insomma farsi carico della aspirazion­i di maggiore autonomia dei territori del Nord, aprire un’interlocuz­ione con Lombardia e Veneto per decentrare alcuni poteri e una serie di funzioni, anticipand­o così le richieste contenute nel quesito, di fatto svuotando le ragioni referendar­ie. Giorgio Gori è peraltro considerat­o uno dei più attrezzati candidati del centrosini­stra proprio per la corsa a Palazzo Lombardia. Lui stesso, in un colloquio col Foglio, ha ammesso di non escludere l’ipotesi di una sua corsa alle Regionali del prossimo febbraio. «Se ci sarà un referendum, noi dobbiamo votare sì»: in questo contesto la riflession­e dell’ex manager rischia di essere ancora più spiazzante per il centrosini­stra lombardo. Giuliano Pisapia, altra star della mattinata all’Umanitaria, ha per esempio sul tema idee del tutto diverse. Bene, dice in sintesi l’ex sindaco «arancione», il dialogo col governo sui temi del decentrame­nto, ma «quel referendum» rimane «inutile», e anzi è proprio «una farsa». Chiusura totale, insomma.

Sul palco dell’Umanitaria si alternano gli esponenti del civismo milanese. Oltre a D’Alfonso si rivedono altri due assessori della prima stagione di Pisapia come Bruno Tabacci e Ada Lucia De Cesaris. Tra gli Dibattito interno Lombardi chiamati a votare in autunno. Botta e risposta al convegno dei civici invitati c’è anche Beppe Sala, ma l’assenza del sindaco è ampiamente giustifica­ta dagli impegni dettati dalla visita del Papa. Ai «civici» il sindaco spedisce comunque un messaggio sullo stato del centrosini­stra lombardo: «No alle competizio­ni di bandiera, si può e si deve vincere». Sala aveva rivelato ai suoi assessori di tifare per la candidatur­a di Giorgio Gori, considerat­o il più competitiv­o nella sfida alla destra. Il predecesso­re, sul punto, è più prudente. Il candidato giusto per Palazzo Lombardia? «Deciderann­o le primarie, io mi occupo di altro», sorride Pisapia prima di salutare tutti.

Esprimerci a favore potrebbe essere una grande occasione per sostenere la proposta che ci appartiene

Prendiamo l’iniziativa, non lasciamo alla Lega il federalism­o differenzi­ato che è stata una nostra battaglia

Bene il confronto col governo sui temi del federalism­o ma il referendum di Maroni è del tutto inutile, anzi è una farsa

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Ex manager Giorgio Gori (Pd) è sindaco di Bergamo
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Leader di Campo Progressis­ta Giuliano Pisapia
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Consiglier­e Franco D’Alfonso guida i movimenti civici

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