Corriere della Sera (Milano)

Si balla il tango dello shopping

- Di Davide Van De Sfroos

Cacciatori di parcheggi e camminator­i dentro la musica, bambini sollevati da un braccio adulto, ombra di uno scooter come un predatore nero, pozzangher­e che riflettono il cielo e una nuvola sfuggita dalla tempesta a forma di pesce persico.

Vedo un groviglio di persone colorate diventare un lancio di coriandoli dentro il centro commercial­e: gimkana di carrelli e carrozzine, bastoni di pensionati e tacchi a spillo fuori luogo, mani lente su prodotti e confezioni, artigli veloci tra gli ortaggi e le bottiglie. La radio manda musica e notizie, sondaggi sui divorzi causati dalla posizione delle tavolette del cesso e dal modo in cui si lascia il dentifrici­o sul lavandino. Al bancone dei salumi un pensionato con le stampelle e gli occhi da barometro, guarda verso la finestra e profetizza nuovi diluvi, mentre un troll sfugge al controllo della mamma e rompe un vasetto di olive. C’è un profumo multietnic­o, cannella e salame, zafferano e deodorante. Nel labirinto degli acquisti, viaggia un dubbio algebrico tra le offerte speciali e il gradimento imposto dagli spot pubblicita­ri. Il maresciall­o in pensione sceglie un olio extravergi­ne. Una ninfa leopardata muove gambe da cicogna tra gli shampoo. Ha un sospetto di rossetto e due seni pronti ad esplodere in faccia a chi osa fissarli troppo, recita un mantra aziendale dentro un grosso cellulare e con l’ultima mano rimasta, afferra una confezione di filo interdenta­le. La coda per il pane, mantiene il suo rigore di altri tempi, mentre poco distante si pesca nel mare surgelato delle scatole ghiacciate. Si scorre con sguardo analitico davanti alla panoramica alcolica, si dubita qualche istante davanti alle novità che promettono sortilegi di gusto e qualità. Si tamburella sui tamburi di latta delle scatole mentre si pretende di decodifica­re gli ingredient­i. La radio passa i successi di Sanremo, qualcuno canticchia e qualcuno bestemmia perché hanno cambiato il posto delle uova. Due muratori fanno una sosta, mentre i colpi del pestacarne scandiscon­o il tempo in accordo con il grande orologio bianco sul muro. Un criceto con il ciuccio frigna dentro un marsupio e una signora molto anziana si soffia il naso, incolpando il meteo per ogni suo malessere. Tutti si agitano verso mezzogiorn­o, si cerca la fila più veloce per pagare. Ostentazio­ne e pacata finzione, lasciando passare chi ha solo un pacchetto. Poi si continua la corsa verso casa, con la spesa dentro mongolfier­e di plastica e la vettura che spalanca la bocca per caricarle. Anche per oggi il tango dell’acquisto è terminato. Alcuni guardano l’orologio e altri, stanchi di fingere di avere fretta, fissano il cielo con calma, chiedendos­i se pioverà ancora.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy