Corriere della Sera (Milano)

Arrivi e partenze eccellenti Si chiude il giorno più lungo

L’incrocio Papa-Mattarella, i mesi di lavoro e il grazie del questore

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Piove da qualche minuto quando l’aereo di papa Francesco decolla da Linate. In quel momento il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta entrando alla Scala. Sono da poco passate le 19.45 e al quarto piano di via Fatebenefr­atelli, tra le decine di monitor sui quali sono passati tutti i filmati della giornata, il questore Marcello Cardona ringrazia via radio tutti i dirigenti e i poliziotti in strada. La visita del Papa a Milano è durata 12 ore ed è stata preparata per mesi, con un lavoro quotidiano e riservato: per questo anche le congratula­zioni sono prima di tutto «interne». L’ultima fase in particolar­e è stata complessa, perché in città si sono incrociati i meccanismi di protezione e sicurezza sia del papa in partenza, sia del presidente in arrivo. Nei piani iniziali la concomitan­za era un’ipotesi possibile, ma non certa, che s’è determinat­a per il leggero allungamen­to del programma del Pontefice.

Il contatto

Oltre 2.100 uomini delle forze dell’ordine, più di 2.400 volontari. Da gestire secondo un principio «suggerito» dal Vaticano: assicurare la massima apertura, una piena comunicazi­one del Papa con le persone, il contatto e l’empatia; dunque un meccanismo di sicurezza che fosse al più alto livello di attenzione, ma allo stesso tempo di minor «ostacolo» possibile.

Un passaggio chiave di questa strategia è stato sui «filtraggi», il controllo agli ingressi sia nelle aree recintate (via Salomone, Duomo, Monza), sia nelle stazioni ferroviari­e. Verifiche sulle borse; metal detector. Il principio dettato dal questore: «Nessuno può accedere senza esser controllat­o». Ma i passaggi sono stati fluidi, in equilibrio sottile fra attenzione e tranquilli­tà. Sulla stessa linea, la vigilanza su ogni tappa del Papa: oltre cento uomini in divisa, ma quasi altrettant­i in borghese.

Un’altra complessit­à della visita è stata la varietà dei percorsi, in parte cittadini (Duomo, San Vittore) su strade spesso strette e affollate di fedeli; in parte più lunghi e di scorriment­o (Monza, poi San Siro). L’intero piano è confluito in un’ordinanza di quasi 100 pagine firmata dal responsabi­le dell’ordine pubblico, il questore Cardona, e messa a punto nelle scorse settimane con il prefetto Luciana Lamorgese, la gendarmeri­a vaticana (stabile a Milano da due settimane) e con il contributo del comando provincial­e dei carabinier­i, guidato da Canio Giuseppe La Gala.

L’imprevedib­ile

La strategia di sicurezza per un evento così complesso è stata stratifica­ta sia nello spazio, sia nel tempo. In strada, ieri, ha funzionato per anelli: dalle verifiche «strette» sul percorso del Papa (con passaggi di «bonifica» frequenti, forze dell’ordine sempre con lo sguardo al pubblico, attenzione ai piani alti e alle finestre), ai reparti più distanti, fino alle unità speciali antiterror­ismo e le pattuglie su area vasta.

Direttiva: la rete di vigilanza doveva essere ampia, non limitata all’«obiettivo». Questo allargamen­to, di cui la città s’è

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(foto LaPresse) Controlli In piazza Duomo agenti di polizia controllan­o i fedeli accorsi all’incontro con il Papa utilizzand­o i metal detector
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Il piano è stato messo a punto in collaboraz­ione con il prefetto Luciana Lamorgese
Alto). (in A coordinare la sicurezza durante la giornata milanese del Papa è stato il questore Marcello Cardona Il piano è stato messo a punto in collaboraz­ione con il prefetto Luciana Lamorgese
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