LA SANITÀ E LE SCELTE PILOTATE
Il caso milanese delle protesi ortopediche mette a nudo una serie di criticità della situazione sanitaria lombarda e non solo di questa. Vi sono aspetti comuni a quelli di numerosi presidi sanitari di largo uso e molto costosi. Chi conosce i settori sa che sul campo si scontrano l’integrità dei professionisti e la spinta dei fabbricanti e dei loro venditori. La prima deve prevalere, ma si vede che la seconda, con forze preponderanti e con un’arma subdola chiamata corruzione, riesce spesso a imporsi. In campo sanitario — non solo medico — compaiono anche forze che premono sull’amministrazione delle risorse economiche, sulla formazione «guidata» verso obiettivi prefissati e sull’informazione, importantissima nell’orientare le scelte sia attraverso la promozione dei prodotti che sulla notorietà e sull’immagine dei professionisti. La corruzione ha gradazioni più o meno sfumate e forme differenti per orientare scelte superando i criteri della qualità, dell’efficienza, dei costi e della buona pratica clinica. Il caso di questi giorni offre lo spunto per parlare dei vari modi di viziare le liste di attesa superandole con motivazioni diverse dalla gravità del quadro clinico. Il peccato più comune è quello di allungare ad arte le liste perché i pazienti si rivolgano al rapporto privato con un professionista. Il punto è qui: il rapporto libero professionale non è vietato, ma alla base ci deve essere una struttura in grado di fornire prestazioni corrette in tempi accettabili e la richiesta di un paziente che, nonostante tutto, chieda di un professionista con cui ha un buon rapporto, ma che non sia costretto a quella scelta dalla lunghezza dei tempi. Emerge un altro punto: si tratta dell’affermazione del ministro Lorenzin che chiede agli ordini professionali sanzioni adeguate e vigilanza rafforzata. Gli ordini possono educare per prevenire, ma non vigilare su un sistema sanitario che pur collaudato e di eccellenza richiede una «manutenzione» continua.