Corriere della Sera (Milano)

Navigli aperti Un confronto nei quartieri

- Federica Cavadini

Il passaggio da via Marina, via Senato, piazza Cavour. Il tratto con via Molino delle Armi, via Santa Croce via Conca del Naviglio. Via Melchiorre Gioia. E via San Marco, dalla Conca dell’Incoronata fino alla chiesa di San Marco. In cinque tappe, dalla Martesana alla Darsena e cinque date, dal 29 marzo a fine maggio, un laboratori­o sul piano di riapertura di una parte dei Navigli, con architetti e tecnici a presentare il progetto e a valutare anche nuove proposte dei cittadini. Come un test, prima di arrivare al referendum. Il sindaco Sala ha riproposto il progetto Navigli anche due settimane fa al forum internazio­nale sulle vie d’acqua a Chicago e in Comune si è riunito per la prima volta il comitato che dovrà valutare tempi e costi del piano, secondo un primo studio del Politecnic­o è un’operazione da 400milioni ma la spesa potrebbe essere dimezzata, è la tesi presentata nei giorni scorsi dall’associazio­ne Riaprire i Navigli. Intanto il confronto nei quartieri. L’iniziativa è della scuola Milano Spiga, che abita in via Solferino dietro il ponte delle Gabelle e che ha «adottato» la Conca dell’Incoronata come monumento da valorizzar­e. «Anche studenti e professori proporrann­o mostre, letture e concerti, poi il dibattito aperto alla città», spiega la preside Armida Sabbatini. L’associazio­ne Amici del Naviglio in uno degli incontri presenterà il suo progetto per riaprire la conca di Viarenna, in via Conca del Naviglio. «Colleghere­bbe la darsena al centro storico. L’intervento è su un breve tratto di canale chiuso dal 1934, si può fare in due anni e con 12 milioni di spesa — dice il presidente Empio Malara — : dal restauro della conca alla riapertura del bacino dove adesso c’è un’area verde, in darsena è già previsto l’imbocco, nel passaggio sotto via D’Annunzio anche una pista ciclabile e sulla via Ferrari un ponte mobile per auto e pedoni». Secondo l’associazio­ne è l’intervento «prioritari­o»: «Previsto nel piano del Politecnic­o, anche in vista della realizzazi­one dell’idrovia Locarno-MilanoVene­zia, quindi si potrebbe ottenere un finanziame­nto dall’Unione europea». «Il progetto è stato donato al Comune — aggiunge Malara —. È nel piano triennale delle opere pubbliche, è approvato dalla Soprintend­enza e dal Consiglio di zona. Da lì si dovrebbe partire».

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