Navigli aperti Un confronto nei quartieri
Il passaggio da via Marina, via Senato, piazza Cavour. Il tratto con via Molino delle Armi, via Santa Croce via Conca del Naviglio. Via Melchiorre Gioia. E via San Marco, dalla Conca dell’Incoronata fino alla chiesa di San Marco. In cinque tappe, dalla Martesana alla Darsena e cinque date, dal 29 marzo a fine maggio, un laboratorio sul piano di riapertura di una parte dei Navigli, con architetti e tecnici a presentare il progetto e a valutare anche nuove proposte dei cittadini. Come un test, prima di arrivare al referendum. Il sindaco Sala ha riproposto il progetto Navigli anche due settimane fa al forum internazionale sulle vie d’acqua a Chicago e in Comune si è riunito per la prima volta il comitato che dovrà valutare tempi e costi del piano, secondo un primo studio del Politecnico è un’operazione da 400milioni ma la spesa potrebbe essere dimezzata, è la tesi presentata nei giorni scorsi dall’associazione Riaprire i Navigli. Intanto il confronto nei quartieri. L’iniziativa è della scuola Milano Spiga, che abita in via Solferino dietro il ponte delle Gabelle e che ha «adottato» la Conca dell’Incoronata come monumento da valorizzare. «Anche studenti e professori proporranno mostre, letture e concerti, poi il dibattito aperto alla città», spiega la preside Armida Sabbatini. L’associazione Amici del Naviglio in uno degli incontri presenterà il suo progetto per riaprire la conca di Viarenna, in via Conca del Naviglio. «Collegherebbe la darsena al centro storico. L’intervento è su un breve tratto di canale chiuso dal 1934, si può fare in due anni e con 12 milioni di spesa — dice il presidente Empio Malara — : dal restauro della conca alla riapertura del bacino dove adesso c’è un’area verde, in darsena è già previsto l’imbocco, nel passaggio sotto via D’Annunzio anche una pista ciclabile e sulla via Ferrari un ponte mobile per auto e pedoni». Secondo l’associazione è l’intervento «prioritario»: «Previsto nel piano del Politecnico, anche in vista della realizzazione dell’idrovia Locarno-MilanoVenezia, quindi si potrebbe ottenere un finanziamento dall’Unione europea». «Il progetto è stato donato al Comune — aggiunge Malara —. È nel piano triennale delle opere pubbliche, è approvato dalla Soprintendenza e dal Consiglio di zona. Da lì si dovrebbe partire».