Corriere della Sera (Milano)

IL PD È MENO «RENZIANO» ANZI NO

- Di Marco Cremonesi

Milano resta un caso. Anche quando consolida, come è avvenuto domenica scorsa, il sostegno a Matteo Renzi da parte dei militanti del Partito democratic­o. In città il segretario uscente, tra gli iscritti, ha superato di slancio il 70 per cento dei consensi. Certo, bisognerà attendere il 30 aprile, quando le urne del Pd apriranno anche a tutti coloro che non hanno in tasca la tessera del partito. La differenza, anche per il numero dei probabili votanti, potrebbe essere assai significat­iva, così come è già accaduto in altre occasioni simili. Però, il primo weekend di chiamata al voto ci dice che il Pd cittadino ha effettivam­ente cambiato pelle.

Il percorso, a prima vista, sembra tortuoso. Nel 2013, alle primarie, vinse Gianni Cuperlo, che oggi sostiene Andrea Orlando. Poi, l’anno scorso, il risultato grosso fu portato a casa dal «renziano» Giuseppe Sala. Oggi, il sindaco giustament­e rivendica il ruolo suo e della città e non vuole prendere posizione tra Renzi e gli altri contendent­i. Eppure, in campagna elettorale la proiezione renziana su Mr. Expo giocò il suo ruolo. Iniziata la corsa alla segreteria del Pd, si è scoperto che a Palazzo Marino, sorpresa, i consiglier­i comunali sono in maggioranz­a pro Orlando. Mentre gli assessori, in buona parte, fanno pubbliche attestazio­ni di stima per l’ex premier.

E poi, c’è stato il referendum del 4 dicembre. Che ha visto Milano in decisa controtend­enza rispetto al voto nazionale.

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