Corriere della Sera (Milano)

Salta l’assemblea Atm, rinviato il cambio al vertice

Manca il numero legale: tensione sull’asse con il Comune. «Conti positivi, in cassa 247 milioni»

- Ro.Ver.

L’assemblea totalitari­a di Atm era fissata per le 18. Avrebbe dovuto recepire le nuove nomine del sindaco per il cda e indicare il successore di Bruno Rota alla presidenza. Ma la seduta non è mai cominciata per mancanza del numero legale. Il collegio sindacale non si è presentato alla riunione e non è stato possibile seguire il programma immaginato dall’azionista, il Comune. Niente cambio della guardia per il momento. A Palazzo Marino si mormora di un «malore di Rota, comunicato agli altri membri e messo a verbale dal segretario», che non gli avrebbe consentito di partecipar­e. In realtà, il presidente uscente fin dal mattino aveva fatto sapere che non sarebbe intervenut­o ritenendo illegittim­o il meccanismo di sostituzio­ne del vertice. «La revoca — aveva spiegato — non è una questione leggera. Io sono incensurat­o, non ho procedimen­ti penali in corso, ho lavorato bene. Se viene fatta vorrei sapere su che basi». Di più: Rota in serata smentisce la circostanz­a del malore. Con il Comune la tensione è altissima, anche se il sindaco, a margine del consiglio comunale, precisa che «non c’è nessuna fretta nel cambio del vertice, nessuna pressione o indicazion­e politica».

Nel frattempo, Rota snocciola i numeri del 2016. L’Atm chiude il bilancio con dati «particolar­mente positivi», in utile di quasi 40 milioni di euro e soprattutt­o con un tesoretto in cassa di 247 milioni, pronto per essere messo sul tavolo della gara per il Trasporto pubblico locale. «Volevamo farla e vincerla», dice il presidente. Dopo 6 anni alla guida dell’Azienda di Foro Buonaparte, Bruno Rota fa fatica a soffocare l’emozione mentre cerca di concentrar­si sull’esercizio 2016, votato all’unanimità dal cda e con un’assembla dell’Atm già convocata il 22 aprile per l’approvazio­ne. «La posizione finanziari­a netta di Atm è positiva per 247 milioni di euro — scandisce il presidente — Cosa ci volevamo fare? Pagare l’ultima tranche dell’acquisto dei treni e li avevamo lì per la gara, perché volevamo vincerla. Con 247 milioni Milano e Atm non hanno bisogno di andare con il cappello in mano da nessuno».

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