Corriere della Sera (Milano)

«Non ho più fiducia in Sala: Fs e M5, ha deciso Tasca La mia revoca è illegittim­a Metodo opaco in giunta»

L’INTERVISTA IL MANAGER BRUNO ROTA

- Di Elisabetta Soglio

È «scosso e amareggiat­o». È ancora presidente di Atm e insiste sul fatto che «la revoca non è legittima». Bruno Rota si è consultato con i suoi legali e con i colleghi del cda revocato dal sindaco. Alla (quasi) fine di una esperienza lunga sei anni, nell’ufficio in Foro Bonaparte mette in ordine i documenti legati alla vicenda della cessione delle quote di Astaldi diventata in poche settimane un casus belli: anche se forse le ragioni di questo epilogo concitato sono altre. E se gli chiedi quale sia a suo parere la posta in gioco, ecco la risposta: «Il controllo di Atm fa gola a tanti. E c’è un allegra combriccol­a che sta cercando da mesi di farmi litigare con il sindaco Sala: gente che in Atm da quando sono arrivato io non ha più toccato palla e che in passato, come dimostrano le carte del processo Caronte-Di Caterina, era abituata qui dentro a fare il bello e il cattivo tempo».

Partiamo dal rapporto con il sindaco, allora: perché non lo ha incontrato, annullando l’appuntamen­to che aveva a Palazzo Marino?

«Da tempo non ho più nessuna fiducia nel sindaco. Del resto il carteggio, distribuit­o dalsuo staff, sulla corrispond­enza intercorsa fra noi in merito alla cessione delle quote di M5, dimostra che parlare con lui non serve a nulla».

A cosa allude?

«Della vicenda Astaldi. In dicembre avevo ricevuto una lettera di Renato Ravanelli (ad del fondo F2i, ndr) che voleva presentarm­i la loro offerta di acquisto di quel pacchetto. Avevo telefonato al sindaco che mi aveva detto di aver già discusso lui la questione proprio con Ravanelli e di procedere con gli approfondi­menti. Quindi io fin dall’inizio ho avuto la certezza che fosse tutto noto al sindaco. Non lo dico ora e l’ho scritto senza mai essere corretto o smentito. Mai. E ho sempre seguito le indicazion­i del mio azionista, tanto che il 20 febbraio avevo proposto e votato di non dare corso alla prelazione, pur avendo una valutazion­e personale diversa rispetto alle indicazion­i del sindaco».

Qual era la prima ipotesi?

«L’idea era di fare un patto di acquisto preventivo con F2i che ci avrebbe consentito di bloccare l’ingresso di Fs, avere un piccolo guadagno e mantenere fino al 2040 la gestione di Atm: tre pareri legali ci confortava­no sulla legittimit­à di questa operazione. Sala prima pareva favorevole poi il 20 febbraio mi aveva scritto sostenendo che non c’erano state proposte. Peccato che il 14 febbraio gli avessi scritto spiegando i termini del progetto di F2i».

Intanto è arrivata Fs: perché le fa paura?

«Non mi spaventa l’arrivo di Fs. Mi spaventa un metodo di lavoro in Comune non trasparent­e, che reputo pericoloso e che ho sperimenta­to personalme­nte su diverse vicende».

Quale metodo?

«Chi prende una decisione cerca di far apparire all’esterno che la responsabi­lità di quella decisione è di un altro».

Traduciamo?

«Si è cercato di far sì che l’eventuale rifiuto di esercitare il diritto di prelazione apparisse una decisione, o peggio una dimentican­za, di Atm. Ma le carte raccontano la verità».

Il dg del Comune, Arabella Caporello, che ruolo ha avuto in questa vicenda?

«Nessuno. Chi ha sempre deciso tutto è stato l’assessore Tasca, un assessore che non ha alcuna delega sul settore delle partecipat­e e che da mesi gestisce la partita dell’operazione per integrare Fs e Trenord». E voi non siete in questa partita?

«Né io né alcun dirigente di Atm ha mai partecipat­o a riunioni di questo tavolo. Guido un’azienda di 9.500 persone che da quasi tre mesi leggono in continuazi­one sui giornali che stanno per essere comprati da Trenord. Questo può creare un clima di oggettiva tensione». Per questo motivo il sindacato è sul piede di guerra?

«Non solo. Pensiamo anche alla proroga del contratto di servizio: in tre incontri ufficiali con i sindacati l’assessore Granelli ha assicurato che la proroga era questione di giorni, ma la stiamo aspettando. E poi c’è la questione dei tagli». Cioè?

«Tasca ha preteso poco prima di Natale una riduzione del contratto di servizio per oltre 15 milioni di euro. E si è fatto in modo che Atm sembrasse favorevole a questa decisione. Un’assurdità totale».

Ora che succede?

«A mezzo stampa il sindaco mi ha rivolto 10 giorni fa l’invito a finire il mandato di dg e presidente e arrivare all’assemblea di bilancio. Non ho motivo per ritenere che dica una cosa e ne pensi un’altra. Avrei potuto sottrarmi a questa assunzione di responsabi­lità, ma non è nel mio stile. Poi, tranquilli, avranno campo aperto».

Cosa la amareggia di questa vicenda?

«Dopo sei anni in cui ho dedicato tutta la mia vita all’azienda, sollecitan­do anche i colleghi

dalle 6.30 alle 22 ogni giorno, sentirmi dire che mi dovevo “concentrar­e sul servizio e sui tram” è stato inaccettab­ile. L’invito è arrivato dall’assessore Tasca: un signore che si sta occupando di Milano da pochi mesi, con risultati concreti ancora da verificare. Un signore che trova anche il tempo per mantenere, e certo la legge glielo consente, una fiorente attività privata di consulente per imprese e banche. Anche io avevo una mia attività: cui però ho rinunciato». Cosa farà dopo Atm?

«Ho lavorato per il sindaco Albertini di centrodest­ra e per il sindaco Pisapia di centrosini­stra. Di entrambi sono rimasto amico perché hanno agito nel rispetto delle regole, delle persone e del lavoro. Spero di trovare presto un datore di lavoro pubblico o privato che abbia queste caratteris­tiche». E la revoca?

«Ho scritto questa mattina (ieri, ndr) al sindaco annunciand­o che non avrei partecipat­o ad un’assemblea convocata sulla base di un provvedime­nto illegittim­o. Ha deciso la revoca del cda rifacendos­i al decreto Madia, che non si applica ad Atm: lo aveva spiegato lui stesso in più di una lettera inviate negli ultimi mesi a soggetti diversi e molto autorevoli. E comunque ho anche fornito un parere del professor Catricalà che conforta questa convinzion­e». Impugnerà il provvedime­nto?

«Valuterò cosa fare. Oggi sono troppo scosso e amareggiat­o ».

La combriccol­a Il controllo di Atm fa gola a tanti. C’è un’allegra combriccol­a che sta cercando da mesi di farmi litigare con il sindaco

Le azioni della linea «lilla» «Il sindaco mi aveva detto di aver già discusso con Ravanelli di F2i l’acquisto delle quote e di procedere con gli approfondi­menti»

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Dirigente Bruno Rota è presidente e direttore generale dell’Atm dall’ottobre 2011

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