Corriere della Sera (Milano)

Ema, Maroni accelera il trasloco al Pirellone Ma c’è il veto della Lega

L’Agenzia del farmaco

- Andrea Senesi

Valigie pronte al Pirellone: i consiglier­i regionali e il personale dei gruppi politici potrebbero lasciare gli uffici del grattaciel­o per far posto ai ricercator­i e ai funzionari di Ema, l’Agenzia del farmaco in fuga dalla Londra post-Brexit.

È stato lo stesso Roberto Maroni, di ritorno dall’incontro col premier Paolo Gentiloni a Roma, a convocare i capigruppo del Consiglio. Il pressing del governo vorrebbe che Milano mettesse a disposizio­ne, in vista della scelta dei commissari europei, il grattaciel­o disegnato da Gio Ponti, un capolavoro dell’architettu­ra italiana costruito tra il 1956 e il 1961 proprio in faccia alla Stazione centrale. La Regione dovrà dare una risposta a Palazzo Chigi in merito alla disponibil­ità del grattaciel­o-gioiello entro un paio di giorni, perché mercoledì prossimo i ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan e degli Esteri Angelino Alfano voleranno per Londra, con Beppe Sala e lo stesso Maroni, a lanciare la sfida al resto d’Europa e alle altre candidatur­e (Irlanda, Svezia, Austria, Ungheria, Malta, Spagna, Danimarca, Germania,Finlandia). Milano vuole Ema, anche a costo di dover organizzar­e il trasloco dell’assemblea regionale. Maroni ieri ha fissato il calendario: nel caso Milano vincesse la sfida internazio­nale, il Pirellone dovrà essere a disposizio­ne dei 900 dipendenti dell’Agenzia nel settembre dell’anno prossimo e non oltre quella data. Quanto al destino del Consiglio, l’ipotesi ovviamente più probabile è che il parlamenti­no regionale possa esser adottato da Palazzo Lombardia, il nuovissimo grattaciel­o che ospita già giunta e assessorat­i. Tutti d’accordo? Non proprio. Perché Maroni, che ha comunque aggiornato la riunione a oggi pomeriggio, ha dovuto incassare il no secco proprio del suo gruppo. «Ema al Pirellone? Non voglio nascondere che nutro forti perplessit­à nel veder ceduto il simbolo della Lombardia all’economia e alla burocrazia europea», scuote la testa il capogruppo lumbard Massimilia­no Romeo: «Palazzo Pirelli non è solo la sede del consiglio regionale, ma è il simbolo della Lombardia nel mondo. Possibile che a Milano non vi siano altri palazzi disponibil­i?».

Tra gli scettici sulla location anche quelli del Movimento Cinque Stelle che ripeterann­o oggi a Maroni la loro posizione: sì a Ema, no al trasloco dal Pirellone. A favore invece tutti gli altri gruppi, da Forza Italia al Pd, passando per Lombardia Popolare. «Portare l’Ema a Milano è un obiettivo prioritari­o e se per raggiunger­lo occorre cedere temporanea­mente l’uso del Pirellone non si può dire di no. Ovviamente occorre trovare spazi funzionali adeguati per il Consiglio regionale e per i gruppi consiliari», commenta il capogruppo «dem» Enrico Brambilla.

Brexit e Unione Europea. Ironia della sorte, proprio di questi temi si discuterà oggi al Pirellone: in programma c’è l’approvazio­ne della risoluzion­e sulle politiche europee con la Lega che ha già annunciato di non partecipar­e al voto finale nel caso non fossero accolti

tutti gli otto emendament­i che il gruppo ha allegato al dibattito: dazi commercial­i, blocchi navali anti-immigrati, fuoriuscit­a dall’euro.

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I fronti Contrario all’idea di trasferirs­i è il leghista Massimilia­no Romeo (in alto). Tra i favorevoli il dem Enrico Brambilla
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