Ema, Maroni accelera il trasloco al Pirellone Ma c’è il veto della Lega
L’Agenzia del farmaco
Valigie pronte al Pirellone: i consiglieri regionali e il personale dei gruppi politici potrebbero lasciare gli uffici del grattacielo per far posto ai ricercatori e ai funzionari di Ema, l’Agenzia del farmaco in fuga dalla Londra post-Brexit.
È stato lo stesso Roberto Maroni, di ritorno dall’incontro col premier Paolo Gentiloni a Roma, a convocare i capigruppo del Consiglio. Il pressing del governo vorrebbe che Milano mettesse a disposizione, in vista della scelta dei commissari europei, il grattacielo disegnato da Gio Ponti, un capolavoro dell’architettura italiana costruito tra il 1956 e il 1961 proprio in faccia alla Stazione centrale. La Regione dovrà dare una risposta a Palazzo Chigi in merito alla disponibilità del grattacielo-gioiello entro un paio di giorni, perché mercoledì prossimo i ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan e degli Esteri Angelino Alfano voleranno per Londra, con Beppe Sala e lo stesso Maroni, a lanciare la sfida al resto d’Europa e alle altre candidature (Irlanda, Svezia, Austria, Ungheria, Malta, Spagna, Danimarca, Germania,Finlandia). Milano vuole Ema, anche a costo di dover organizzare il trasloco dell’assemblea regionale. Maroni ieri ha fissato il calendario: nel caso Milano vincesse la sfida internazionale, il Pirellone dovrà essere a disposizione dei 900 dipendenti dell’Agenzia nel settembre dell’anno prossimo e non oltre quella data. Quanto al destino del Consiglio, l’ipotesi ovviamente più probabile è che il parlamentino regionale possa esser adottato da Palazzo Lombardia, il nuovissimo grattacielo che ospita già giunta e assessorati. Tutti d’accordo? Non proprio. Perché Maroni, che ha comunque aggiornato la riunione a oggi pomeriggio, ha dovuto incassare il no secco proprio del suo gruppo. «Ema al Pirellone? Non voglio nascondere che nutro forti perplessità nel veder ceduto il simbolo della Lombardia all’economia e alla burocrazia europea», scuote la testa il capogruppo lumbard Massimiliano Romeo: «Palazzo Pirelli non è solo la sede del consiglio regionale, ma è il simbolo della Lombardia nel mondo. Possibile che a Milano non vi siano altri palazzi disponibili?».
Tra gli scettici sulla location anche quelli del Movimento Cinque Stelle che ripeteranno oggi a Maroni la loro posizione: sì a Ema, no al trasloco dal Pirellone. A favore invece tutti gli altri gruppi, da Forza Italia al Pd, passando per Lombardia Popolare. «Portare l’Ema a Milano è un obiettivo prioritario e se per raggiungerlo occorre cedere temporaneamente l’uso del Pirellone non si può dire di no. Ovviamente occorre trovare spazi funzionali adeguati per il Consiglio regionale e per i gruppi consiliari», commenta il capogruppo «dem» Enrico Brambilla.
Brexit e Unione Europea. Ironia della sorte, proprio di questi temi si discuterà oggi al Pirellone: in programma c’è l’approvazione della risoluzione sulle politiche europee con la Lega che ha già annunciato di non partecipare al voto finale nel caso non fossero accolti
tutti gli otto emendamenti che il gruppo ha allegato al dibattito: dazi commerciali, blocchi navali anti-immigrati, fuoriuscita dall’euro.