Davide, 4 anni, salvo grazie ai medici «creativi»
Per la prima volta usate in cardiochirurgia tecniche miste pediatriche e per adulti. La commozione in sala operatoria
Uno stent coronarico per la vita. Per la prima volta sono state usate in cardiochirurgia tecniche miste pediatriche e per adulti. Perché mai il cosiddetto palloncino, utile a riaprire le coronarie che portano il sangue al cuore e comunemente utilizzato in età più avanzata, è stato impiantato a un bimbo di 4 anni: «Nella letteratura medica non si trova un caso simile».
L’annuncio è del Policlinico San Donato della famiglia Rotelli. La storia di Davide, salvo grazie a medici creativi, inizia a 28 settimane di vita, quando esce prematuramente dalla pancia della mamma. Un bimbo peso piuma: solo 800 grammi. Dopo la terapia intensiva neonatale, tutto prosegue bene finché un giorno comincia a mostrarsi affaticato durante i giochi: quando corre e si sforza lamenta un forte dolore in mezzo al petto, le labbra, sempre più spesso, diventano bluastre.
La situazione è complessa: «Al primo incontro con Davide ho percepito un quadro clinico piuttosto raro in un bambino così piccolo — racconta il cardiologo pediatra di San Donato, Gianfranco Butera —. A una cardiopatia congenita si era associata un’importante ipertensione polmonare, che limitava la vita quotidiana del bambino e per cui era necessario intervenire». Servono un intervento di cardiochirurgia per riparare una valvola mitralica e un bypass della coronaria sinistra.
Dopo l’operazione il cuore di Davide sembra non farcela: il bimbo dev’essere attaccato all’Ecmo, la macchina cuorepolmoni che permette l’ossigenazione extracorporea. A questo punto arriva la soluzione L’intervento eseguito al Policlinico San Donato Il bimbo affetto da una rara patologia creativa. Il cardiologo pediatra Gianfranco Butera e il cardiologo interventista per adulti Federico De Marco decidono di operare insieme, unendo le competenze. L’obiettivo è cercare di riportare un buon flusso nella coronaria sinistra, riaprendola con lo stent e risolvendo la malformazione.
Ce la fanno. «Appena l’arteria si è riaperta e abbiamo visto che lo stent funzionava — ricorda De Marco — la tensione si è sciolta in un applauso e in molta commozione». Claudia, la mamma di Davide: «Spero che la nostra storia sia d’aiuto ad altre persone e ad altri genitori e che porti attenzione sull’ipertensione polmonare, di cui non si parla molto e che nostro figlio dovrà continuare a curare. Il nostro istinto ci diceva che Davide andava ascoltato e che i suoi sintomi non andavano trascurati. Abbiamo perseverato fino a quando abbiamo trovato qualcuno che fosse disposto a indagare più a fondo. Ci sono stati momenti durissimi. Oggi va meglio e Davide corre e salta». La morale: la collaborazione fra diverse competenze si è dimostrata la strategia vincente, i medici sono stati capaci di mettere davvero al centro il paziente.
Il caso
Butera Ho subito percepito un quadro clinico raro in un bimbo così piccolo