Sei artisti intorno all’Alcantara
Una collettiva ridisegna lo storico Appartamento del Principe a Palazzo Reale
Spazi ridisegnati dal gioco di sovrapposizioni tra antico e contemporaneo. Percezioni che si rinnovano. Visioni inaspettate. È d’effetto sorprendente la mostra «Codice di avviamento fantastico. 6 artisti in viaggio nell’Appartamento del Principe», che apre oggi a Palazzo Reale (fino al 30 aprile, piazza Duomo, lun. ore 14.3019.30, tutti i giorni 9.30-19.30, gio. e sab. fino alle 22.30, ingresso libero). Promosso e prodotto da Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e Alcantara, il percorso è stato curato da Massimo Torrigiani e Davide Quadrio, che hanno chiamato noti creativi di diverse generazioni e nazionalità: da Nanda Vigo, classe 1936, ad Aki Kondo, nato in Giappone nel 1987. L’Appartamento del Principe, normalmente chiuso, è connotato esteticamente da decori d’epoca, pavimenti intarsiati, soffitti affrescati o a stucco. «Ha carattere e memoria — dicono i curatori —. Racconta le vicende di chi l’ha costruito, abitato, amato e odiato. Contiene sogni e desideri. È una soglia per l’immaginazione…». Ambienti del passato che sono diventati fonte d’ispirazione per nuove installazioni, concepite site specific: minimo comun denominatore tra le opere il confronto con la storia del palazzo e l’uso del versatile materiale Alcantara.
L’itinerario parte con l’intervento di Nanda Vigo, che ha immaginato un mondo alieno di forme inaspettate, colori sfavillanti e zampilli di luce. Aki Kondo invece ha contaminato architettura e natura, creando un misterioso giardino dipinto in tinte accese. A seguire il collettivo newyorkese/ berlinese Soundwalk: seguendo un percorso luminoso, il visitatore si muove attraverso una composizione sonora fatta di ritmi di macchinari e rumori d’ambiente. Poi il taiwanese Michael Lin, che ha evocato l’atmosfera di una sala da tè orientale, mentre l’italiano Lorenzo Vitturi ha lavorato sull’alterazione delle proporzioni e l’ingrandimento di particolari fotografici. Conclude il cammino una «macchina del tempo» realizzata dall’inglese Georgina Starr: una morbida sfera dove è possibile entrare per ritornare con la mente al passato.