Ritorno al futuro
Sabina Guzzanti in scena all’Elfo con un nuovo spettacolo ambientato nell’Italia del 2041 ma con molti «flashback» «Cerco di spiegare le ragioni che ci fecero cadere così in basso»
«S ono SabinaQƒ2, la donna che è stata estratta a sorte per celebrare l’annuale discorso sulla fine del periodo più buio dell’umanità, quello in cui le persone erano talmente imbecilli che lavoravano gratis per i social network, gli uomini uccidevano le donne se venivano lasciati, e la gente si faceva fregare tutti i diritti perché era distratta dalla tv demenziale o troppo occupata a chattare su WhatsApp». Sabina Guzzanti dopo sei anni di assenza dalle scene teatrali torna sul palco con un nuovo spettacolo dalla satira feroce, ambientato in un futuro illuminato in cui si racconta «Come ne venimmo fuori» (regia di Giorgio Gallione). Un lavoro autoprodotto che tra una battuta e un’imitazione, «analizza le ragioni che hanno
Nello show, aggiornato ogni sera, sfilano personaggi noti, da Emma Marcegaglia a Virginia Raggi «Cito convegni e studi realizzati per indebolire la democrazia: dimostro che niente avviene per caso»
fatto cadere così in basso gli esseri umani nei primi decenni del 2000, esattamente tra il 1990 e il 2041, quel periodo noto a tutti come il secolo di m…». Sul palco si prende a sciabolate il nostro tempo, ma l’obiettivo è riflettere e capire.
«In scena siamo in un futuribile 25 aprile, una giornata in memoria di quei terribili anni celebrata per scongiurare il pericolo del loro ritorno, cercando di comprendere le ragioni che spinsero gli uomini e le donne dell’epoca a diventare così idioti». A SabinaQƒ2, dunque il compito di ricostruire i fatti, una descrizione satirica, in cui le armi di distrazione di massa e la strategia usata per renderle efficaci sono al centro della questione, un tema ben documentato, «cito convegni e studi realizzati per indebolire e distruggere la democrazia, per farlo mi sono ispirata a testi importanti come “Shock economy” di Naomi Klein e “La nuova ragione del mondo” di Pierre Dardot e Christian Laval, un libro che mi ha colpito molto perché dimostra quanto il caos politico e sociale che stiamo vivendo sia il frutto di una precisa razionalità». Riflessioni importanti che l’attrice traduce in corrosiva comicità descrivendo i danni creati all’homo sapiens del 2000, «un frustrato che si sfoga litigando su Facebook, incapace di reagire con chi di dovere, quando si arrabbia parla con se stesso perché se lo fa con il suo datore di lavoro viene licenziato, proteste immaginarie insomma». Uno spettacolo in continuo aggiornamento dove tra considerazioni politiche e battute sulle varie riforme (a partire dalla «buona scuola»), il tema lavoro è sempre bollente. A parlarne oltre alle notizie del TgPorco (la sua parodia dei Tg sul web) in scena anche personaggi noti, perle del repertorio imitazioni, Emma Marcegaglia, Giorgia Meloni, Virginia Raggi e l’immancabile Berlusconi. E Renzi? «Non lo imito ma ne parlo, anche se politicamente credo sia finito il suo tempo, lui non ha i mezzi per essere immortale come Piersilvio». Ma se la Guzzanti fa tabula rasa del nostro tempo, come dichiara il titolo, una nota di speranza c’è, «Come venimmo fuori lo scoprirete in teatro, dico solo che in scena siamo in un futuro civile, dove il denaro è tornato ad essere semplicemente un mezzo. L’alternativa sta nel pensare e agire in un altro modo, da un punto di vista individuale è più facile, sono in molti a vivere fuori da questo sistema, da un punto di vista collettivo mi auguro che si dia sempre più forza ai vari movimenti che lavorano per il bene comune».
Imitazioni
Tra il serio e il faceto