I trent’anni a colori dei libri Carthusia tra festa e impegno
Compie 30 anni la casa editrice milanese che aiuta i bambini ad affrontare temi difficili dall’educazione sessuale alla legalità
Festeggia trent’anni la casa editrice milanese Carthusia, gestita da un team tutto femminile dietro la chiesa di Santa Maria delle Grazie. È specializzata in libri per bambini su argomenti «difficili» come l’educazione sessuale, la legalità, l’immigrazione.
Sono tutte nella stanza dell’ editrice, Patrizia Zerbi, davanti a un’altissima pila di libri in attesa dello scatto. Tutte donne. Le redattrici, l’addetta stampa, l’art director e due autrici, Emanuela Bussolati e Sabina Colloredo. Manca solo il giovane tirocinante. Coro di voci, «Francescoooo, vieni». Lui sta riflettendo: sarà giusto che una nuova leva appaia in una foto che riprende un gruppo storico? Zerbi non ha dubbi e con una risata chiosa, «Forza, facciamo vedere che abbiamo aperto all’ universo maschile». Un’apertura significativa, da sottolineare in queste giornate primaverili che segnano il trentennio di attività: dal 1987, anno di fondazione, Carthusia non aveva mai avuto un uomo nello staff. «È bravo, non abbiamo resistito», scherzano.
La casa editrice pubblica libri per bambini e ragazzi su temi complessi: multietnicità, legalità, malattia,dislessia, educazione alimentare e sessuale. Zerbi asserisce che la linea editoriale era già quella il primo giorno, quando c’era solo lei con una segretaria, ma aggiunge che non si sarebbe realizzata senza il team delle «ragazze». «Siamo donne unite dalla passione per la parola scritta e da una sensibilità per sociale e impegno civile», dice, «che ficcano il naso dappertutto e si buttano a pesce du argomenti che hanno bisogno di riflettori». Così, in queste tre decadi, è nato un catalogo di libri di spessore che accompagnano la crescita dei piccoli lettori aiutandoli ad aprire gli orizzonti della mente. Con fantasia, magia e tanto colore. Perché l’editrice, fin dall’ inizio, ha chiamato noti illustratori, Arianna Papini, Annalisa Beghelli, Giulia Orecchia, Gek Tessaro, e lavorato sui formati (alcuni poi brevettati), creando volumi quadrati, fuorimisura, a fisarmonica, che allungano e allargano le pagine come tentacoli.
Ecco lì, adagiati sulla scrivania. La collana bilingue Storiesconfinate, che raccoglie la tradizione orale di paesi lontani, perché i bambini italiani si avvicinino a mondi diversi e i coetanei stranieri imparino l’importanza della loro cultura d’origine. I bellissimi Silent Book, racconti di sole immagini (che hanno dato vita al cone corso Silent Book Contest). Gli illustrati di grande formato, fra cui spiccano «Cavalcavia» di Gek Tessaro e «Non insegnate ai bambini» con le illustrazioni di Gianni De Conno, Alessandro Ferraro, Arianna Papini Antonello Silverini a interpretare la canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luperini (stampato a fine 2016, a marzo già esaurito). «I nati ieri e quelle cose lì» di Laura Magni, uno dei primi testi pubblicati, ancora oggi cult di educazione sessuale. Poi «Tararì tararera», la storia in lingua «piripì» della Bussolati («un linguaggio inventato per far sognare», dice l’autrice), che ha fatto boom: 28 mila copie vendute in Italia, diritti acquistati in Cina, Giappone, Corea. E ancora «Molto non è poco» della Colloredo, premio Ronzinate, quarta ristampa, e gli ultimi usciti, «Milo e il suo castello» di Emanuela Nava e «Le piante» senza nome di Beatrice Masini.
In questi primi trenta anni, Carthusia non ha mai cambiato la sede dietro la chiesa di Santa Maria delle Grazie, né modificato il format di lavoro. Nessun titolo estero e filiera tutta italiana, dall progettazione alla stampa. «È il nostro orgoglio e andremo avanti così, abbiamo ancora tanto da dire».