Tutor per i malati Medici in allarme: conflitti d’interessi
L’Ordine scrive a Maroni contestando l’introduzione dei tutor per i malati cronici. «Non è etico»
«È inaccettabile prendersi cura in questo modo dei malati cronici». L’Ordine dei medici di Milano critica la riforma della Sanità prevista dal Pirellone, che potrebbe aprire cortocircuiti etici ed economici tra dottori, cooperative e ospedali. A risentirne sarebbero gli oltre tre milioni di malati cronici lombardi.
«È inaccettabile prendersi cura in questo modo dei malati cronici». La denuncia arriva dall’Ordine dei medici di Milano, uno dei più importanti in Italia. Il bersaglio è la riforma della Sanità prevista dal Pirellone, che potrebbe aprire cortocircuiti etici ed economici tra dottori, cooperative e ospedali. A risentirne sarebbero gli oltre 3 milioni di malati cronici lombardi. La Regione ha promesso di farli uscire dal girone infernale che scandisce la loro vita: controlli da prenotare, appuntamenti da ricordare, dimissioni dall’ospedale senza sapere come seguire la riabilitazione o dove trascorrere la convalescenza. Come? Affidandoli a un tutor che li segua passo passo nel loro percorso di cura, li affianchi e sia un riferimento costante.
Con la delibera del 30 gennaio scorso si è iniziato l’iter per mettere in pratica la riforma. Ma l’Ordine nella seduta del 28 marzo solleva alcune obiezioni, poi raccolte in una lettera spedita al governatore Roberto Maroni e all’assessore al Welfare Giulio Gallera. Il documento porta la data del 12 aprile e sottolinea le criticità in vista. «Il rischio è un mercato dei pazienti — spiega il presidente dell’Ordine Roberto Carlo Rossi —. Il tutor, che sarà verosimilmente una cooperativa di medici di famiglia oppure il professionista di un ospedale pubblico o privato, dispone di un budget per ogni malato. Se risparmia nelle cure può incamerare i soldi avanzati. Si va decisamente contro l’etica e la deontologia della professione». Ma non solo. Il medico di famiglia dovrà coordinarsi con il tutor per le terapie. «Così sarà limitata la sua libertà» continua Rossi.
Le regole varate dal Pirellone puntano a semplificare le procedure per gli utenti
Altro passo messo in discussione è la scelta dell’ente o dottore a cui ogni paziente si affiderà. A luglio il Pirellone invierà una lettera ai 150 mila malati cronici più gravi, al milione e 300 mila mediamente gravi e al milione e 900 mila con cronicità in fase iniziale, con la richiesta di decidere un nome a cui far riferimento. «Temiamo che i medici che fanno da tutor e appartengono a una cooperativa “rubino” pazienti ai medici di famiglia e che si scateni una guerra per accaparrarsi più persone» spiega ancora Rossi. Un conflitto di interessi che potrebbe nascere anche nel momento in cui il medico-guida contratta in prima persona il percorso di diagnosi e cura con gli ospedali che forniscono i servizi. Il presidente dell’Ordine paventa in questo caso il rischio di trattative poco trasparenti. «Prevedo molti prosciutti a Natale» commenta.
Uno scenario di possibili pressioni che va assolutamente evitato. Per questo nel documento inviato l’altro giorno al Pirellone l’Ordine si dice disponibile a trovare soluzioni che «siano rispettose della deontologia professionale, nell’interesse del cittadino e nell’ottica della collaborazione».
La riforma