«Darsi la morte non è potere»
L’omelia di Scola e il richiamo sull’eutanasia
«D ecidere la propria morte non è autentico potere. Neppure Cristo decise la propria morte». Nell’omelia del Venerdì Santo, l’arcivescovo Angelo Scola ritorna sul tema dell’eutanasia.
«Decidere la propria morte non è autentico potere. Neppure Cristo decise la propria morte». Anche nel cuore delle celebrazioni del Venerdì Santo, il cardinale Angelo Scola sceglie di affrontare un tema suggerito dall’attualità: l’eutanasia. Il giorno dopo la morte di Davide Trentini, che a 53 anni ha scelto il suicidio assistito dopo 24 anni di sofferenze per la sclerosi multipla, l’arcivescovo di Milano dedica alla vicenda un passaggio della sua omelia. «Dio non ha voluto lasciare l’uomo in balìa dell’angoscia della morte. Per salvarlo è sceso nell’abisso di ogni morte, patendolo nella propria carne — ha detto Scola ieri pomeriggio in Duomo durante la celebrazione della Passione del Signore — . L’individualismo esasperato, che è la cifra della nostra cultura occidentale contemporanea, giunge a rivendicare il diritto all’assoluta autodeterminazione anche in questo campo dell’umana esperienza. Ma ogni uomo che si osservi con umile lealtà riconosce che quello di decidere la propria morte non è autentico potere. Neppure Cristo decise la propria morte — conclude quindi il cardinale —. Egli obbedì con libertà alla volontà del Padre ed accettò come un agnello condotto al macello l’ingiusta condanna degli uomini. Fissiamo perciò lo sguardo sul Crocifisso che con la sua morte singolare ha vinto la nostra comune morte per far trionfare la vita». Questa sera l’arcivescovo presiederà la solenne Veglia di Risurrezione, durante la quale battezzerà dodici catecumeni, cioè adulti che hanno scelto di diventare cristiani: quattro cinesi, cinque albanesi, un indiano e due sono italiani. Complessivamente, in tutte le parrocchie della Diocesi sono 88 gli adulti che riceveranno il battesimo a Pasqua. Il 65 per cento sono stranieri.