Post Expo, il progetto cresce «Già prenotate 42 aziende»
Richieste per 220 mila metri quadri. Regione: 150 milioni in incentivi
«Questo progetto piace». E nel giro di poche settimane già 42 imprese e aziende, la maggior parte di caratura internazionale, si sono fatte avanti per essere presenti sull’area del dopo Expo, in quello che diventerà il Parco della scienza, del sapere e dell’innovazione. Per questo l’ad della società Arexpo, Giuseppe Bonomi, può dirsi soddisfatto. E annunciare che «la Regione ha anche destinato tre tranche di uno stanziamento comunitario pari a un totale di 150 milioni di euro, per incentivare a fondo perduto piccole e medie imprese e istituti di ricerca con progetti di alto contenuto tecnologico che verranno qui, per sostenere la ricerca e favorire l’inserimento lavorativo soprattutto di giovani».
Se dunque la parte di presenza pubblica prenderà forma con le tre funzioni annunciate (il centro di ricerca Human Technopole, i dipartimenti scientifici della Statale e il nuovo ospedale Galeazzi), anche i privati si sono mossi: «Queste 42 manifestazioni di interesse — circostanzia Bonomi — evidenziano un fabbisogno di oltre 220 mila metri quadri di costruito, su una capacità complessiva massima di 480 mila. Il numero di addetti di queste imprese sarà di oltre ottomila addetti e siamo ancora in una fase interlocutoria». Di chi si tratta? Pochi nomi, a partire da Bayer, Ibm, Nokia e Roche, erano già circolati: «Posso dire che parliamo di aziende con un elevato standing, la cui mission è legata strettamente alla vocazione che vogliamo dare all’area e che fa riferimento soprattutto ai temi dell’innovazione e delle scienze della vita. Inoltre, tutte prevedono tempi di insediamento compatibili con il nostro piano di sviluppo», garantisce Bonomi. Nella raccolta delle dichiarazioni di interesse spiega l’ad che «è stato fondamentale l’aiuto delle associazioni di categoria, da Assolombarda a Confcommercio a Confartigianato, soprattutto nel diffondere la comunicazione». Tra chi si è fatto avanti ci sono anche «alcuni operatori internazionali che si sono orientati allo sviluppo del parco. Nel senso — chiarisce Bonomi — che vogliono essere soggetti attuatori della parte di verde e di intrattenimento che il sito avrà». La gestione dell’Open Air Theatre ma non solo: «L’interesse che ci arriva dall’esterno conferma la nostra intenzione: il parco tematico che oggi chiamiamo Experience diventerà non una stagione transitoria ma una componente essenziale e fissa dello sviluppo dell’area».
Se dunque la ricerca Ambrosetti presentata la scorsa settimana calcolava un indotto di quasi 7 miliardi di euro in dieci anni generato dalla sola parte pubblica, il valore con questi innesti privati aumenterà di molto. Così come lieviteranno le presenze che già ora si possono stimare in poco meno di 40 mila persone. «Diventa — traduce l’ad — una città di medie dimensioni e serve quindi un piano di servizi adeguato, con offerta culturale, commerciale (a esclusione della grande distribuzione), ristorativa e sportiva».
Le schede relative ai 42 soggetti privati che vogliono portare sedi e uffici in questa zona sono state allegate alle lettere di invito alla gara per individuare il soggetto che progetterà e svilupperà il masterplan dell’intera area. L’altra sera la società Arexpo ha infatti completato la seconda fase della procedura avviata con il bando del 3 gennaio scrivendo a tre dei quattro operatori che si erano fatti avanti (il quarto non aveva i requisiti necessari). Bonomi ci tiene a sottolineare che «la lettera è in realtà un articolato documento di oltre 70 pagine, frutto di un lavoro intenso della società Arexpo e di supporti specialistici della Sda Bocconischool of management, del Politecnico e dello studio Lipani Catricalà & Partners». Ricorda poi che «dal 18 aprile sarà aperta una data room che metterà a disposizione dei tre soggetti tutta la documentazione necessaria». Il prossimo passo? «Vista la mole di documenti, il termine per la risposta è protratto fino al 31 luglio prossimo, ma resta ferma la previsione di aggiudicare in autunno», chiarisce l’ad. L’aggiudicazione del maxi appalto verrà affidata, come prevede il Codice degli Appalti, a una commissione di esterni. Bonomi conclude: «Fin qui abbiamo mantenuto le scadenze che ci siamo dati e continueremo a farlo».