Corriere della Sera (Milano)

Ultralegge­ro prende fuoco Morti allievo e istruttore

Cremona

- Gilberto Bazoli

Era decollato dal campo volo di Dovera, un impianto attrezzato e moderno, tappa fissa degli appassiona­ti di mezza Lombardia. Avrebbe dovuto passare un’altra volta sopra le campagne per poi fare rientro alla base, ma ha preso fuoco e si è schiantato nell’aia di una cascina con l’allevament­o di maiali, a poche centinaia di metri dal paese. Per i due occupanti dell’ultralegge­ro non c’è stato niente da fare. Rodolfo Frigerio, 27 anni, istruttore milanese, figlio del direttore della locale scuola di volo (tra le prime ad essere riconosciu­te dall’Aeroclub Italia), giovane ma con già una lunga esperienza alle spalle, in quel momento ai comandi del velivolo, e Nicola Beretta, diciassett­enne di Osnago, in provincia di Lecco, sono morti sul colpo. Il campo di volo era affollato e pulsante, come succede spesso nei fine settimana. In mattinata, Rodolfo aveva impartito lezioni ad altri aspiranti piloti e si stava preparando a ripartire dopo essersi concesso una pausa. Anche stavolta Nicola era arrivato a Dovera insieme ai genitori. Amava gli aerei, una passione ereditata dal padre. Aveva conseguito solo due mesi fa il brevetto e stava accumuland­o ore di volo. Il 93 Tecnam biposto, con a bordo il maestro e l’allievo, si è alzato intorno alle 14. Poco dopo alcuni testimoni hanno raccontato di aver sentito il motore accelerare all’improvviso, come se fosse andato fuori giri. Quando, attirati dal rumore, si sono voltati, hanno visto l’apparecchi­o scendere in picchiata con le ali che stavano già bruciando. L’allarme è stato lanciato dal titolare della cascina Molino Rizzi, in via Barbuzzera, dove l’ultralegge­ro è precipitat­o. Immediati ma inutili i soccorsi. L’incendio è stato spento ma i corpi del pilota e del passeggero erano bruciati, probabilme­nte le fiamme li avevano avvolti mentre erano ancora in aria. Sul posto i carabinier­i di Crema e di Pandino, che stanno conducendo le indagini, e il sostituto procurator­e di Cremona, Ignazio Francesco Abbadessa. Tra le prime ipotesi, basate sulle testimonia­nze raccolte, quella di un guasto meccanico. L’area dell’incidente è stata isolata e davanti alla carcassa dell’ultralegge­ro è stata sistemata un’autobotte dei vigili del fuoco per tenere lontano gli sguardi dei curiosi. Neppure i familiari delle due vittime hanno potuto avvicinars­i. La madre di Nicola è rimasta a lungo seduta vicino alla cascina, la testa fra le mani. Poco distante il padre di Rodolfo, anche lui incredulo e disperato.

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Vittime A sinistra l’istruttore Rodolfo Frigerio, a fianco l’allievo Nicola Beretta

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