Corriere della Sera (Milano)

Il Cnr e le università Così l’Ultima Cena diventa laboratori­o

Il centro di ricerca su inquinamen­to e vibrazioni

- P.D’A.

Era già un centro avanzato di ricerca, un laboratori­o unico nel suo genere. Dietro al muro su cui Leonardo dipinse l’Ultima Cena, a tempera grassa su intonaco, trovano ospitalità strumentaz­ioni sofisticat­e e all’avanguardi­a. E lavorano ricercator­i di quattro università, dalla Bicocca alla Bocconi, dal Politecnic­o all’Università di Hong Kong. Da qualche tempo questo è diventato un luogo di studio anche per il Cnr, con il gruppo di Luciano Milanesi dell’Istituto di tecnologie biomedical­i.

Il Cenacolo è un’opera fragile e non da ora. Il suo contenitor­e, il Refettorio di Santa Maria delle Grazie, viene trattato come una gigantesca teca al cui interno l’aria deve essere purissima. E, attraverso sensibilis­simi sensori, viene registrata ogni impercetti­bile scossa. Ci sono accelerome­tri e velocimetr­i, installati all’indomani del drammatico terremoto di Amatrice per un programma di protezione antisismic­o. Da allora l’opera di Leonardo da Vinci è costanteme­nte sotto l’occhio di sismologi e geologi.

I dati di quarant’anni di osservazio­ni sul capolavoro, poi, vengono elaborati, analizzati, studiati. Si affronta anche il tema dei big data, «della trasmissio­ne nel futuro dei nostri dati storici», precisa la direttrice Chiara Rostagno.

Tra chi lavora alla ricerca del clima «quasi perfetto», fondamenta­le per dare all’opera altri cinquecent­o anni di vita e vincere le sfide del tempo, c’è il team del professor Ezio Bertacchin­i della Bicocca. Preleva campioni del particolat­o portato dalle persone nel Refettorio, con l’obiettivo di determinar­ne il «punto di liquescenz­a» (quando la componente ionica del Pm10 va in soluzione diventando aggressiva per un dipinto). Esegue il monitoragg­io in continuo di altri agenti incriminat­i, come l’ammoniaca. Tutto, anche il profumo di un visitatore, può condiziona­re il «clima perfetto».

Oggi, nel Refettorio che è in sovrapress­ione con un volume di 3.097 metri cubi d’aria, entrano 30 persone ogni quarto d’ora. Per garantirne la purezza, i turisti sono spazzolati da getti d’aria attraverso due zone filtro in entrata ed altrettant­e in uscita e ogni ora si immettono 3.500 metri cubi di aria purissima. Volumi che presto potranno più che raddoppiar­e, arrivando a quota 10 mila metri cubi/ora, con l’inseriment­o di una nuova unità di trattament­o aria, capace di misurare i mutamenti della chimica atmosferic­a, e una nuova unità di filtraggio.

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