Fininvest mette l’Odeon all’asta Ma il prezzo non è quello giusto
Tante le criticità dell’edificio. I vincoli limitano lo sfruttamento commerciale
però, fanno notare alcuni urbanisti, si potrebbe immaginare un benefico passante che colleghi a via Agnello e all’area che in futuro si vivacizzerà con l’Apple store. Altro aspetto critico, la presenza del cinema risulta «ingombrante» per catene che puntano a vendere sulla superficie più estesa possibile e non sono interessate a formule tipo centro commerciale, dove lo shopping è trainato dall’intrattenimento. Secondo la bozza di autorizzazioni preliminari, l’Odeon The Space finirebbe tutto sottoterra, con otto sale piccole (invece delle attuali undici). In particolare quella grande e bella, la «1», diventerebbe negozio, ma la sua caratteristica forma ovale dovrebbe essere preservata. Infine, qualcuno cita «intralci» ancora non risolti con gli affittuari (nell’immobile non c’è solo il cinema, ma anche quattro studi professionali, e i contratti hanno scadenze diverse). A fronte di queste difficoltà, il futuro affittuario retail (unico, perché lo spazio non è frazionabile) potrebbe pagare un canone annuo d’affitto superiore ai sei milioni.
Da oggi le manifestazioni d’interesse, ancora non vincolanti, verranno selezionate. Tra giugno e luglio una rosa ristretta di interlocutori presenterà quelle definitive e nei desideri di Fininvest dopo l’estate potrebbe esserci il rogito, dopo tre anni di tentativi vani. Nel tempo, sull’edificio hanno fatto un pensiero in tanti. In lizza c’è stato un fondo kazako e ad un certo punto alcuni dicevano La Rinascente (anche se la società ha sempre smentito). Di certo la trattativa più concreta, approdata anche in Comune con un preliminare di progetto, è stata quella con Starwood, la più grande catena alberghiera al mondo, che a Milano ha ceduto l’Excelsior Hotel Gallia alla Katara Hospitality dello sceicco Nawaf Al Thani e possiede anche lo Sheraton Diana Majestic. Arenatisi i colloqui privati, un mese fa è stato lanciato il bando di gara.
Intanto, sul fronte cinema, ha chiuso i battenti l’Apollo e alcuni fondi immobiliari hanno messo gli occhi sull’Arlecchino di via San Pietro all’Orto. Resistono solo, in via Torino, l’Eliseo e il Centrale. Per trovare un progetto cinematografico vigoroso bisogna spostarsi all’Anteo gestito da Lionello Cerri che si ingrandirà fino a diventare, dopo l’estate, un palazzo del cinema con undici sale su quattro piani. Possibile calamita serale per la zona verso Gae Aulenti: mentre il centro rischia di svuotarsi ancora di più.