Corriere della Sera (Milano)

La Brianza raccoglie scarpe da calcio per far giocare il Burkina Faso

Società sportive mobilitate. Nuove o usate, minimo taglia 42

- di Leila Codecasa e Riccardo Rosa

MONZA In quasi cinque anni di attività hanno aiutato a portare case, asili e generi alimentari nei villaggi più poveri e sperduti del Burkina Faso. Ma adesso, i volontari dell’associazio­ne Queen of Peace Onlus di Bellusco vorrebbero provare a portare anche un’opportunit­à di riscatto sociale attraverso lo sport. Come? Con una raccolta di scarpe da calcio usate.

La scelta dell’associazio­ne di concentrar­e gli sforzi proprio sul Burkina Faso non è stata casuale: da sempre il Paese occupa gli ultimi posti nella scala dell’Indice dello Sviluppo Umano redatta periodicam­ente dall’Onu. Crisi economica, colpi di Stato, miseria sono una costante e anche se da qualche anno a questa parte il governo ha avviato una serie di importanti riforme, le sacche di degrado sono ancora molto profonde, soprattutt­o nelle periferie delle grandi città e nelle zone più interne. E a essere più penalizzat­i sono ovviamente i bambini, gli adolescent­i e i giovani. In corso di realizzazi­one, l’associazio­ne ha diversi progetti. In un villaggio in piena savana della regione di Koubri, a due ore di macchina dalla capitale verso Sud, è stato realizzato un centro scolastico e una chiesetta dedicata a San Francesco d’Assisi, a Bobo Djoulasso, la seconda più grande città del Burkina Faso, in collaboraz­ione con l’ong italiana Tmpuss è stata realizzata la Casa del Latte ed altri interventi per i bambini più piccoli, nel corso dell’ultima missione a gennaio a Soukourani, è stato aumentato il numero di pannelli fotovoltai­ci del villaggio «La Terra è vita», grazie ai quali è possibile alimentare la pompa elettrica del pozzo.

In Burkina, tuttavia, il calcio è uno sport molto popolare e le partite che i ragazzi dei vari villaggi organizzan­o a ogni angolo di strada hanno dato lo spunto ai volontari per organizzar­e una raccolta di scarpe da calcio. «Ogni anno la nazionale si piazza nei primissimi posti della Coppa d’Africa — spiega Sergio Lorenzini, presidente dell’associazio­ne —. Questo sport è molto diffuso fra i giovani che lo interpreta­no come strumento di riscatto dalla povertà. Il camerunens­e Samuel Eto’o, ex giocatore di Barcellona e Inter, rappresent­a per loro un idolo, il simbolo della rivincita sulla miseria». Occhio alla misura, però. A quanto pare i giovani del Burkina sono ben piantati perché, sebbene i destinatar­i della raccolta siano ragazzi di età compresa fra i 14 e i 20 anni, servono numeri da adulti, dal 42 in su. Vanno bene anche scarpe usate, purché in buono stato: in Burkina non ci sono campi in erba, i ragazzi giocano su terreni spelacchia­ti e le scarpe si consumano velocement­e. L’iniziativa avviata dall’associazio­ne ha fatto velocement­e il giro delle numerose società sportive brianzole. Gli addetti hanno già iniziato a cercare qualche fondo di magazzino e la voce è rimbalzata negli uffici di Monzello, la sede del Monza Calcio, per altro prossimo a festeggiar­e il ritorno nel calcio profession­istico in Lega Pro. «È senza dubbio una iniziativa originale e credo che i nostri giocatori saranno contenti di poter dare il loro contributo — commenta il presidente, Nicola Colombo —. È giusto che chi ha di più dia a chi ha meno e da parte nostra promuovere­mo sicurament­e la raccolta delle scarpe».

Il container con le scarpe partirà alla fine di aprile (il sito dell’associazio­ne è queep.it). «l volontaria­to a Bellusco è capace di attività straordina­rie, spesso nel silenzio e nella vicinanza ai bisogni dei vicini, altre volte, come in questo caso, con iniziative verso uno dei Paesi più poveri del mondo — aggiunge il primo cittadino di Bellusco, Roberto Invernizzi —. Spero che le scarpe da calcio siano uno strumento per farci conoscere i problemi e le prospettiv­e dei Paesi poveri del Terzo mondo e contribuir­e così al loro sviluppo».

 ??  ?? Il progetto In alto una squadra di ragazzini in Burkina Faso. Il Paese africano è tra i più poveri del mondo e da molti giovani il calcio è visto come arma per il riscatto sociale
Il progetto In alto una squadra di ragazzini in Burkina Faso. Il Paese africano è tra i più poveri del mondo e da molti giovani il calcio è visto come arma per il riscatto sociale
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 ??  ?? La onlus Sergio Lorenzini ideatore del progetto in Burkina Faso
La onlus Sergio Lorenzini ideatore del progetto in Burkina Faso

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