I dipendenti vanno in ferie per salvare gli interinali
Un accordo aziendale salva il posto di lavoro, in un periodo di calo produttivo, ai 193 dipendenti interinali della Alenia Aermacchi, azienda aeronautica del gruppo Leonardo che impiega 1.600 persone nello stabilimento varesino di Venegono Inferiore. Tutti i dipendenti hanno accettato di programmare le loro ferie e di smaltire il maggior numero di arretrati possibile, in un accordo contrattato tra Rsu e azienda. In questo modo, Alenia Aermacchi può mandare in vacanza tecnici e operai che, a causa della diminuzione di alcuni cicli produttivi, sarebbero meno operativi. E non dovrà successivamente pagare le ferie arretrate, alla fine del rapporto di lavoro. La storica azienda è una fabbrica strategica del sistema italiano di difesa, produce aerei, in particolare per l’addestramento militare. Nel 2016 rispetto alle previsioni è venuta meno una commessa da Taiwan ed è diminuito il lavoro con la Polonia, oltre alla fine già programmata della commessa con Israele. «L’accordo di oggi è anche la conseguenza di una visione delle relazioni sindacali che viene da lontano — osserva Nino Cartosio della Fiom Cgil —. Negli anni scorsi il sindacato si è battuto per la fine dell’utilizzo di lavoratori stranieri e di ditte esterne in Aermacchi. Erano come dei soldati di ventura, che facevano il lavoro e poi se ne andavano, dopo aver acquisito le nostre professionalità. Dal 2014 l’azienda ha iniziato a introdurre personale con la somministrazione di lavoro, ma più legate al territorio. Ora queste persone sono formate ed è diventato un interesse strategico mantenerle legate alla fabbrica. Quando il lavoro cala e si devono fare dei sacrifici, invece di licenziare si cercano altre soluzioni». È stato anche definito un piano di smaltimento di permessi arretrati individuali, da qui alla fine dell’anno. Ma c’è anche un aspetto più comunitario: la scelta del sindacato, da qualche anno, è stata quella di difendere i dipendenti a tempo indeterminato ma anche gli interinali legati al territorio del Varesotto, mentre ha consentito la fine dei contratti di circa 150 lavoratori esterni, legati a ditte straniere e del Sud Italia.