Corriere della Sera (Milano)

In trecento al rancio mussolinia­no L’Anpi: intollerab­ile

Scintille a Giulino, teatro della fucilazion­e nel ‘45

- Anna Campaniell­o

Almeno trecento persone per la messa in suffragio del Duce e per il rancio dei mussolinia­ni, in un ristorante in paese. La frazione di Giulino di Mezzegra si prepara alla manifestaz­ione di soci e simpatizza­nti della Repubblica Sociale Italiana, che il 30 aprile prossimo si riuniranno per una commemoraz­ione nel luogo in cui, il 28 aprile 1945 vennero fucilati Benito Mussolini e Claretta Petacci. Le polemiche saranno inevitabil­mente servite assieme alle numerose portate del «rancio», dall’antipasto al dolce, con primo tricolore e vino incluso per 25 euro a persona. La commemoraz­ione è osteggiata da più parti, a partire dall’Anpi, l’Associazio­ne Nazionale Partigiani. L’organizzat­ore però, il commendato­re Alberto Botta, 84 anni, non si scompone e chiarisce: «Nessuna polemica, non ci riguardano. Siamo disciplina­ti. Sono nato negli anni ruggenti, la disciplina è la base».

Il programma della commemoraz­ione passa da Dongo e porta alla chiesta di Giulino di Mezzegra, dove il parroco don Luigi Barindelli, che all’anagrafe è arrivato prima anche del commendato­re Botta, celebrerà alle 11 la messa in suffragio di Benito Mussolini e Claretta Petacci. «È un momento di ricordo — chiarisce Botta —. Un momento di suffragio per un grande come è stato Mussolini, malgrado la fine che i signori della resistenza che oggi ci comandano gli hanno fatto fare».

«Siamo di destra ma non siamo razzisti come ci vogliono far apparire — aggiunge uno dei più giovani tra gli organizzat­ori della manifestaz­ione, che chiede però l’anonimato —. Facciamo questo per un motivo storico. Ci sono i pro e i contro di questo periodo come di ogni epoca, ma questa è la nostra storia. Sul lago vengono turisti da tutto il mondo, è giusto fare conoscere i fatti, molti vogliono saperli». Terminata la messa, oltre cento tra i partecipan­ti si riuniranno al Lario Hotel di Mezzegra per «un momento cameratesc­o con il rancio dei mussolinia­ni», come compare sui volantini d’invito diffusi solo in un ambito ristretto e praticamen­te introvabil­i persino nell’universo della rete. «Sarà un momento per stare insieme — chiosa Alberto Botta —. Siamo stati attenti anche a non esagerare con la spesa perché tutti devono poter partecipar­e. Anche qui, le polemiche non ci interessan­o».

Gli appuntamen­ti del 30 aprile sono tutti regolarmen­te autorizzat­i. Meglio, è stata fatta la comunicazi­one agli organi competenti, perché una messa e un pranzo non richiedono permessi speciali. Ieri però, i rappresent­anti dell’Anpi hanno incontrato il prefetto di Como e i rappresent­anti delle forze dell’ordine per ribadire la loro contrariet­à. «L’Anpi non è d’accordo con questo tipo di manifestaz­ioni ma non vogliamo apparire provocator­i o polemici, non ci interessa questo — sottolinea Danilo Lillia, segretario dell’Anpi di Dongo —. Abbiamo spiegato le nostre posizioni anche alle autorità competenti e siamo contenti che ci abbiano ascoltato e che ci sia stato un momento di confronto. Chiediamo almeno che ci sia un controllo, una vigilanza perché non sono tollerabil­i le esternazio­ni fasciste e i comportame­nti evocativi e inneggiant­i al fascismo. Chiediamo almeno questo». La commemoraz­ione del Duce intanto potrebbe non fermarsi all’annuale messa di suffragio. «Ho un ricco materiale storico — dice Alberto Botta —. Il mio desiderio è aprire un museo. Non del fascismo, sia ben chiaro, ma dei fatti storici. Siamo in trattativa per uno spazio a Musso, in una ex fabbrica e speriamo di potercela fare. Ho numerosi effetti personali di Mussolini, due lettere originali e alcune divise, anche dalla Russia». «Tra i fatti della storia troverebbe­ro spazio anche i partigiani — continua Botta —. Se vuole saperlo, mio fratello era un partigiano. Michele Moretti, che con Nino Frangi ha ucciso Mussolini, ha lasciato a me un dossier e del materiale di valore storico».

«Su questo punto proprio non sono d’accordo — risponde subito Lillia —. Non sono informato e non entro nel merito del museo, ma la storia ha un valore chiaro e non faremo un museo insieme. Basta con questa idea che siamo tutti uguali o tutti dalla stessa parte, non è vero e dobbiamo essere chiari».

 ?? (foto Cusa) ?? A Giulino di Mezzegra (Como) davanti alla Villa Belmonte il ritrovo nostalgico nel luogo della fucilazion­e del Duce e Claretta Petacci ad opera dei partigiani il 28 aprile ‘45
(foto Cusa) A Giulino di Mezzegra (Como) davanti alla Villa Belmonte il ritrovo nostalgico nel luogo della fucilazion­e del Duce e Claretta Petacci ad opera dei partigiani il 28 aprile ‘45
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