Aperitivo e spuntini siciliani nelle ex serre della Gam Le proposte sfiziose del Lù Bar
Incontriamoci alla Gam per un caffè, un aperitivo o un arancino alla siciliana
Una pausa a regola d’arte Nelle serre ottocentesche di via Palestro, il Lù Bar è l’ultima novità che va ad arricchire l’offerta dei poli espositivi milanesi
«Rimandare ancora sarebbe stato un delitto». Paola Zatti, conservatrice della Gam, la Galleria d’Arte Moderna che a Villa Reale ospita la più grande collezione municipale di opere dell’Ottocento, ha ben presente il ritardo. Oggi che non solo i grandi poli museali da milioni di visitatori, ma perfino le minuscole e defilate pinacoteche offrono al loro interno uno spazio ristoro, l’assenza di una caffetteria in via Palestro era plateale. «Abbiamo avuto bisogno di tempo — spiega — per ragionare su una convivenza che sulla carta appariva complicata, ed evitare che l’inserimento di un bar-ristorante nella villa neoclassica spezzasse l’unità architettonica». I tempi si sono dilatati: due bandi di gara, diversi progetti, intervento della Soprintendenza delle Belle Arti. Attesa con il fiato sospeso, operazione perfettamente riuscita.
Il Lù Bar, creato chiudendo i lati del portico sud con alte vetrate che riprendono, per colore e stile, quelle di porte e finestre, si mimetizza con il profilo della villa progettata a fine ‘700 da Leopoldo Pollack (allievo del Piermarini) per Lodovico Barbaiano di Belgiojoso. Dove un tempo passavano le carrozze e si riparavano in inverno le piante più fragili, oggi si consuma un light lunch o una cena a lume di candela. L’interno del locale sorprende: luogo sospeso nel tempo, dall’atmosfera romantica, con colonne e pietre antiche e quinte vegetali di ficus, banani, palme e agavi. Al centro, protetto da una teca di cristallo, un imponente bassorilievo di marmo di Bertel Thorvaldsen, circondato da divani e tavolini in ferro, forgiati a ma- no. Siamo ai primi giorni di apertura, e gli ospiti sono per lo più visitatori della Gam e del Pac, ma è solo questione di tempo, il bistrot ha la potenzialità per diventare nuovo indirizzo di moda della città. A gestire il Lù Bar, che prende il nome dalle iniziali dei nomi, i fratelli Lucrezia e Ludovico Bonaccorsi (figli della stilista Luisa Beccaria), conosciuti nel mondo della gastronomia per lo street food d’ispirazione siciliana. Anche alla Gam, dove offrono prime colazioni (yogurt, torte caserecce e frullati oltre al classico cappuccino e brioche), pranzi, aperitivi e cene, portano i loro famosi arancini (versione tradizionale al ragù e innovativa con avocado e gamberetti), scutedde con macco di fave, panelle palermitane rivisitate (al forno invece di fritte), polpettine di melanzane, pasta alla bottarga e involtini di manzo alla messinese. «Un menù isolano contaminato da influenze greche e arabe», spiega la Bonaccorsi, mentre sottolinea che il locale propone anche spuntini a tutte le ore e merende speciali per i bambini che frequentano il parco dietro alla villa (angolo all’aperto, lato giardino, con tavolini e sedioline per consumare, nella bella stagione, gelati e granite).
Ristoranti nei musei: il Lù Bar è solo l’ultimo della lista. Un anno fa l’inaugurazione di Enrico Bartolini al Mudec (via Tortona 26), del giovane talentuoso chef stellato, in Triennale si pranza e cena a Osteria con vista, sulla terrazza panoramica sospesa sul parco Sempione, mentre da Giacomo Arengario, al Museo del ‘900, l’affaccio è sul Duomo.