Corriere della Sera (Milano)

Mancano i fondi E il parco chiude

Nel sito archeologi­co di Grosio mancano i fondi per la gestione Lite tra i gestori della struttura: cancelli sbarrati e turisti respinti

- Di Barbara Gerosa

In questi giorni di festa il Parco delle incisioni rupestri di Grosio in Valtellina è chiuso. Mancano i fondi per la gestione della struttura. Il presidente del Parco accusa: «Mera cecità burocratic­a».

«Chiusi in attesa dell’accordo tra gli Enti consorzial­i». Un cartello sul cancello sbarrato accoglie i turisti che in questi giorni raggiungon­o il Parco delle incisioni rupestri di Grosio, in Valtellina, per visitare la roccia incisa più grande delle Alpi: un masso erratico con oltre 5 mila graffiti, per lo più scene legate all’agricoltur­a, databili fra il Neolitico e l’età del Ferro. Un patrimonio archeologi­co che ora rischia di non essere più accessibil­e per un problema di fondi e di mancata condivisio­ne sul futuro da parte del consorzio di enti locali che fino ad ora ha gestito la struttura. L’incontro in prefettura tra la Comunità montana di Tirano, i comuni di Grosio e Grosotto e la Provincia, non ha dato gli esiti sperati e così, in attesa di un dialogo costruttiv­o, il sito archeologi­co resta inaccessib­ile. Nonostante gli sforzi del presidente del parco Alessandro Deriu, che negli ultimi due mesi, compresi i giorni di Pasqua e Pasquetta, è riuscito ad accogliere i visitatori solo grazie al suo lavoro come volontario. Ha tagliato l’erba e fatto da guida. «Senza coperture assicurati­ve era impossibil­e proseguire l’attività — spiega Deriu —. Io posso lavorare gratis, ma non assumermi la responsabi­lità di eventuali incidenti. Se un turista dovesse inciampare, chi rispondere­bbe? Sono disperato e sconfitto. Uno dei luoghi più suggestivi delle Alpi non è più accessibil­e per i soliti problemi burocratic­i. Per una incapacità di dialogo tra enti. Per una questione di mera cecità».

Il problema sembra essere legato a questioni economiche, con risorse sempre meno consistent­i a disposizio­ne del parco, che comprende anche l’imponente Castello Nuovo e quello millenario di San Faustino, entrambi di epoca medievale. Il comune di Grosotto, alla guida del consorzio, sembra deciso ad abbandonar­e la carica e nell’approvazio­ne del bilancio non ha stanziato la propria parte, 16 mila euro, per tenere in vita il sito archeologi­co. «L’ente è scaduto nel 2015 — precisa il primo cittadino del paese valtelline­se Guido Patelli —. Noi non ci stiamo tirando indietro. Sempliceme­nte è necessario studiare insieme le modalità per la nuova gestione. L’ipotesi più plausibile è quella di una convenzion­e tra enti che veda come capofila l’amministra­zione di Grosio. A quel punto stanzierem­mo subito i fondi necessari e potremmo procedere all’assegnazio­ne dei due appalti per la manutenzio­ne ordinaria e l’assunzione del personale necessario all’apertura dell’area».

Secondo il sindaco di Grosio la questione non è così semplice: «Se dovessimo dichiarare scaduto il consorzio dovremmo procedere alla nomina di un liquidator­e per la divisione dei beni», spiega Antonio Pruneri. Una delle possibili soluzioni potrebbe essere quella di affidare la gestione al consorzio turistico del terziario superiore, che ha già dato la propria disponibil­ità. «Domani nel corso della seduta di giunta — spiega il presidente della Comunità montana di Tirano Gian Antonio Pini — proporremo di destinare i nostri fondi e quelli della Provincia direttamen­te all’ufficio turistico: 32 mila euro che consentire­bbero di riaprire il parco temporanea­mente, in attesa di una soluzione definitiva. Il sindaco di Grosotto però deve convocare quanto prima l’assemblea». Insomma la soluzione potrebbe essere vicina, ma intanto il tempo passa, le vacanze estive si avvicinano e ai turisti di fronte ai cancelli sbarrati non resta che tornare sui propri passi. Il Parco delle incisioni rupestri di Grosio è stato istituito nel 1978 per salvaguard­are e valorizzar­e il ricco patrimonio archeologi­co, storico-architetto­nico del «Dosso dei Castelli», grazie alla donazione dei terreni e dei resti medievali da parte della marchesa Pallavicin­i Visconti Venosta. Il gioiello più prezioso, la Rupe Magna, è stata scoperta nel 1966. Tra le incisioni rupestri, la rappresent­azione più antica di una capra. Con amara ironia il presidente Delriu ha scritto una lettera a Vittorio Sgarbi. «Non facciamo noi le capre. Troviamo una soluzione e riapriamo il parco».

 ??  ??
 ??  ?? Valtellina Tra le attrazioni del Parco delle incisioni rupestri di Grosio il masso erratico più grande d’Europa: oltre 5 mila graffiti risalenti al periodo compreso tra il Neolitico e l’Età del Ferro. Tra essi la prima rappresent­azione di una capra
Valtellina Tra le attrazioni del Parco delle incisioni rupestri di Grosio il masso erratico più grande d’Europa: oltre 5 mila graffiti risalenti al periodo compreso tra il Neolitico e l’Età del Ferro. Tra essi la prima rappresent­azione di una capra
 ??  ?? Il presidente Alessandro Deriu è il presidente del Parco delle incisioni rupestri di Grosio in Valtellina
Il presidente Alessandro Deriu è il presidente del Parco delle incisioni rupestri di Grosio in Valtellina

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy