Sveglia all’alba, corsa all’Asl «Noi in fila per l’antibiotico»
Fila di liceali in ambulatorio: cure anche agli amici dell’intervallo
Non solo quinta H. Studenti e insegnanti del Leonardo da Vinci, la scuola del 18enne colpito da meningite, a partire da ieri si sono sottoposti alla profilassi. Ad occupare le sedie dell’ambulatorio insieme ai sedici compagni del malato anche i ragazzi di altre classi dello scientifico di via Respighi. In totale: antibiotico per 38 persone (compresi i familiari). A ognuno una pastiglia di Ciproxin da 500 microgrammi, una busta con le indicazioni e un numero scritto a penna da chiamare al bisogno. Operazioni chiare e rapide per evitare che si scateni il panico.
Qualcuno è tornato in anticipo dalle vacanze programmate per il ponte del 25 Aprile, altri si sono alzati presto e hanno raggiunto di buon mattino gli uffici dell’Ats (ex Asl). «La scuola ha comunicato con i nostri genitori tramite email — racconta Eleonora Loira, uscendo dall’ambulatorio verso la metà della mattina —. Tra di noi ci siamo tenuti in contatto via Whatsapp, perché il ragazzo sta male già da qualche giorno». Inizialmente sono sembrati i sintomi di una banale influenza. Sabato però la febbre è salita a 40 e ha spinto il giovane al ricovero all’ospedale Niguarda, domenica. Da quel momento l’allarme tra le famiglie, le telefonate tra la preside e l’Ats e la decisione di sottoporre ad antibiotico gli adolescenti della classe, come vuole la prassi in queste situazioni. «Sono in piedi dalle sei per venire qui — spiega un’altra studentessa, Marta Galimberti, ancora con gli occhi assonnati —. D’altra parte non ho fatto il vaccino, ma credo che dopo questo episodio mi prenoterò. I miei genitori? Non si sono preoccupati per il momento».
La nota informativa diffusa dalla Regione considera a rischio contagio chi è stato a contatto stretto con il malato (per più di quattro ore) a partire dal 15 aprile scorso. Spinti da questa indicazione, si sono messi in fila in via Statuto — pian terreno, sala a sinistra indica un addetto all’ingresso — anche altri allievi del Leonardo. Amici che frequentano il 18enne durante l’intervallo o prima e dopo le lezioni. Pur non essendo nella sua stessa aula hanno scelto di prendere tutte le precauzioni. E proprio questi ultimi sottolineano alcuni difetti di comunicazione. «L’avviso del caso di meningite è comparso sul sito della scuola solo domenica alle 23.40 — racconta Roberto De Marco, di un’altra quinta del liceo —. Sarebbe stato meglio che l’istituto mandasse una email ufficiale a tutti i genitori, invece lo abbiamo saputo prima dal telegiornale». La madre accanto a lui conferma il disappunto per la mancanza di un filo diretto.
La notizia si è diffusa comunque a tempo di record tra gli studenti. Qualche messaggino scambiato con conoscenti comuni, in contatto con la ragazza del malato, e la scelta di presentarsi il mattino dopo dai medici. «Ho pensato fosse meglio venire, mi hanno detto che l’antibiotico non ha controindicazioni — prosegue Roberto —.E i dottori mi hanno consigliato di fare il vaccino tetravalente in futuro». Per gli adulti il suggerimento è invece di difendersi soprattutto contro il ceppo C.
Tra i profilassati della quinta H c’è Giuseppe Palladino, che parla di un clima di generale tranquillità in classe e fuori: «A casa non sono troppo preoccupati e nemmeno noi studenti, il nostro compagno ci ha rassicurato. Abbiamo avuto notizie da lui anche sabato. Domani, con la fine delle vacanze, saremo tutti in aula normalmente».
Marta Galimberti Sono in piedi dalle sei per venire dai medici, non ho fatto il vaccino e sono in pensiero I miei genitori? Tranquilli, per ora