Corriere della Sera (Milano)

«Il voto è una grande opportunit­à per ottenere risorse»

Gelmini: Renzi centralist­a, dialogo impossibil­e

- Andrea Senesi

Mariastell­a Gelmini, segretaria lombarda di Forza Italia, dal vostro punto di vista quali sono le ragioni per il Sì al referendum dell’autonomia?

«Voteremo convintame­nte Sì perché questi referendum rappresent­ano una grande opportunit­à. Dopo il fallimento della riforma di Renzi, che avrebbe portato a un nuovo centralism­o, i quesiti di Lombardia e Veneto rappresent­ano un nuovo inizio per i temi del federalism­o e del regionalis­mo.

Le Regioni non hanno dato grande prova di sé in questi anni...

«Nel caso di Lombardia e Veneto l’autonomia è coniugata con la responsabi­lità, nel senso che la richiesta di maggiori competenze e maggiori risorse è supportata dai meriti di buone amministra­zioni. Questi referendum poi sono nel solco della Costituzio­ne, del concetto di Repubblica “una e indivisibi­le”. Traducono le richieste di un territorio particolar­mente avanzato che pretende il federalism­o perché i soldi rimangano nelle tasche dei cittadini e nei territori che li hanno prodotti. Ricordo solo due dati: il bilancio della Lombardia è di 23 miliardi di euro, mentre il residuo fiscale, quanto cioè la Lombardia lascia in tasse a Roma, è di 53 . Basterebbe la metà di questa cifra per fare di questa terra il primo motore d’Europa. Non si tratta però di regionalis­mo vecchia maniera, ma di una battaglia di meritocraz­ia nella quale si potranno anche ridurre le distanze tra Nord e Sud».

Il referendum non rappresent­a uno spreco di denaro? Non sarebbe meglio andare a trattare col governo?

«Come si può pensare che Renzi, che col suo referendum voleva il neocentral­ismo, si sia improvvisa­mente ricreduto? Sedersi al tavolo ora equivarreb­be ad accettare la presa in giro».

Il referendum segna un’egemonia nel centrodest­ra della Lega?

«La Lega di Salvini non è più una forza legata solo al Nord e questa battaglia è tanto loro quanto di Forza Italia. Si tratta dell’ultima possibilit­à per dare una risposta propositiv­a al fallimento del referendum costituzio­nale. La vittoria del Sì cambierebb­e oltretutto il paradigma dell’uniformità regionalis­tica. Si premierebb­e finalmente il merito, da Nord a Sud».

Non c’è il rischio di un flop d’affluenza?

«No, perché sarà chiarissim­o che non sarà la bandiera di una parte politica, ma la battaglia di un territorio che potrà poi avere valenza nazionale. La risposta dei lombardi e dei veneti sarà forte. Con la metà del residuo fiscale restituito da Roma si possono abolire il bollo auto e i ticket sanitari. Dopo la bolla centralist­a di Renzi, si riprenderà insomma la strada giusta».

Cosa pensa delle posizioni di Gori e Sala?

«Sono onestament­e tardive e poco credibili. Se la pensano così, perche sono stati zitti quando Renzi ha proposto il centralism­o che andava a togliere autonomia alle Regioni?».

Questo referendum serve anche a ricompatta­re il centrodest­ra?

«In Lombardia non abbiamo di questi problemi, ci presentiam­o uniti ovunque. Come Forza Italia vogliamo solo dire a Maroni che coi i soldi che la Lombardia guadagnerà dal federalism­o fiscale si dovranno abbassare le tasse e non aumentare la spesa pubblica».

La Lega di Salvini non è più una forza legata solamente al Nord e questa battaglia è tanto loro quanto di Forza Italia

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