«Il voto è una grande opportunità per ottenere risorse»
Gelmini: Renzi centralista, dialogo impossibile
Mariastella Gelmini, segretaria lombarda di Forza Italia, dal vostro punto di vista quali sono le ragioni per il Sì al referendum dell’autonomia?
«Voteremo convintamente Sì perché questi referendum rappresentano una grande opportunità. Dopo il fallimento della riforma di Renzi, che avrebbe portato a un nuovo centralismo, i quesiti di Lombardia e Veneto rappresentano un nuovo inizio per i temi del federalismo e del regionalismo.
Le Regioni non hanno dato grande prova di sé in questi anni...
«Nel caso di Lombardia e Veneto l’autonomia è coniugata con la responsabilità, nel senso che la richiesta di maggiori competenze e maggiori risorse è supportata dai meriti di buone amministrazioni. Questi referendum poi sono nel solco della Costituzione, del concetto di Repubblica “una e indivisibile”. Traducono le richieste di un territorio particolarmente avanzato che pretende il federalismo perché i soldi rimangano nelle tasche dei cittadini e nei territori che li hanno prodotti. Ricordo solo due dati: il bilancio della Lombardia è di 23 miliardi di euro, mentre il residuo fiscale, quanto cioè la Lombardia lascia in tasse a Roma, è di 53 . Basterebbe la metà di questa cifra per fare di questa terra il primo motore d’Europa. Non si tratta però di regionalismo vecchia maniera, ma di una battaglia di meritocrazia nella quale si potranno anche ridurre le distanze tra Nord e Sud».
Il referendum non rappresenta uno spreco di denaro? Non sarebbe meglio andare a trattare col governo?
«Come si può pensare che Renzi, che col suo referendum voleva il neocentralismo, si sia improvvisamente ricreduto? Sedersi al tavolo ora equivarrebbe ad accettare la presa in giro».
Il referendum segna un’egemonia nel centrodestra della Lega?
«La Lega di Salvini non è più una forza legata solo al Nord e questa battaglia è tanto loro quanto di Forza Italia. Si tratta dell’ultima possibilità per dare una risposta propositiva al fallimento del referendum costituzionale. La vittoria del Sì cambierebbe oltretutto il paradigma dell’uniformità regionalistica. Si premierebbe finalmente il merito, da Nord a Sud».
Non c’è il rischio di un flop d’affluenza?
«No, perché sarà chiarissimo che non sarà la bandiera di una parte politica, ma la battaglia di un territorio che potrà poi avere valenza nazionale. La risposta dei lombardi e dei veneti sarà forte. Con la metà del residuo fiscale restituito da Roma si possono abolire il bollo auto e i ticket sanitari. Dopo la bolla centralista di Renzi, si riprenderà insomma la strada giusta».
Cosa pensa delle posizioni di Gori e Sala?
«Sono onestamente tardive e poco credibili. Se la pensano così, perche sono stati zitti quando Renzi ha proposto il centralismo che andava a togliere autonomia alle Regioni?».
Questo referendum serve anche a ricompattare il centrodestra?
«In Lombardia non abbiamo di questi problemi, ci presentiamo uniti ovunque. Come Forza Italia vogliamo solo dire a Maroni che coi i soldi che la Lombardia guadagnerà dal federalismo fiscale si dovranno abbassare le tasse e non aumentare la spesa pubblica».
La Lega di Salvini non è più una forza legata solamente al Nord e questa battaglia è tanto loro quanto di Forza Italia