Corriere della Sera (Milano)

IL DIRITTO DI MILANO AL SILENZIO E LA MOVIDA DA GOVERNARE

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Caro Schiavi, scrivo anch’io sul tema «degrado», potrebbe suonare strano parlarne in una città come Milano, dove si ha la sensazione che tutto funzioni. Degrado non è solo la buca in strada, il parco giochi sporco, i muri pieni di scritte, degrado è anche sentirsi abbandonat­i, sentirsi ostaggi, e mi riferisco ai residenti delle zone dove impera la «movida» selvaggia o no, questa specie di epidemia degli anni duemila che ha contagiato le nuove generazion­i (oltre allo smartphone chiarament­e).

Non è degrado essere sottoposti al fracasso di gruppi e bande urlanti (allo stadio o in discoteca forse fanno meno rumore)? Non è degrado non poter stare nelle proprie case ad ascoltare la propria musica e vedere un film in television­e? Non è degrado non poter dormire la notte per la musica dei locali, dei cori e delle urla degli strafatti? Non è degrado permettere a decine di moto di entrare e parcheggia­re indisturba­ti in un’area pedonale (via Corsico)? Non è degrado uscire di casa la mattina e vedere i portoni usati come orinatoi? O anche vomitatoi e altro? Non è degrado vedere i marciapied­i occupati dalle auto (via Alessandri­a) oppure invasi da tavolini e sedie dei locali (via Vigevano)?

Potrei proseguire. Posso ora porle un’altra domanda? Perché secondo lei la stampa e i media in generale danno poco spazio a questo tema? Non è solo per il rispetto della quiete pubblica, che dovrebbe essere garantita essendo una legge dello Stato. È principalm­ente per la totale disattenzi­one al consumo di alcool dei giovani, un dramma che pagheremo in futuro, altro che cervelli in fuga. Qui, secondo me, si tratta di cervelli bruciati.

In ultimo, i vigili sono ormai una categoria scomparsa, altro che vigile di quartiere (promesse elettorali), oppure un altra lettura è... la zona (Navigli) è «zona franca»? P. Frongia

Caro Frongia, non è vero che a Milano tutto funziona, è vero che a Milano molte cose funzionano meglio che altrove. Sul diritto al rispetto della quiete pubblica, sulla movida, sui muri imbrattati, sui vigili di quartiere, di strada da fare ce n’è ancora molta. Ma qui non c’entra solo l’amministra­zione pubblica, siamo anche noi cittadini a doverci far carico di alcuni doveri, rispettand­o il bene comune. Quanto alle denunce di stampa, beh, non mi sembra che venga omesso qualcosa. La sua lettera ne è la prova. gschiavi@rcs.it

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