Milano in posa nell’obiettivo del Photofestival
Istanti di vita cittadina, volti, trasformazioni Autori storici e talenti emergenti in mostra
151 mostre diffuse in 95 sedi pubbliche e private, per il 90% ad ingresso libero: aperta, inclusiva, democratica, ha preso il via qualche giorno fa la 12esima edizione di Milano Photofestival. Promossa da AIF, Associazione Italiana Foto & Digital Imaging, con il supporto di Gruppo Cimbali e Asus, direttore artistico Roberto Mutti, quest’anno la manifestazione va fino al 20 giugno, con inaugurazioni che si susseguono per tutto il periodo. Il titolo «Realtà e futuro. Da Milano al mondo» nasce per sottolineare la vitalità e l’appeal di una città in continua evoluzione, a dimostrarlo due novità: dal 5 all’11 giugno il Comune ha annunciato l’esordio della prima «Photo Week», in concomitanza AIF promuoverà l’iniziativa «Wide Photo Fest» in piazza Gae Aulenti. Per rendere l’arte dello scatto sempre più fruibile ad ogni tipo di pubblico, sia dal punto di vista culturale che tecnico.
Milano però è anche musa ispiratrice: alcuni degli autori in esposizione, tra maestri storicizzati, emergenti ed esordienti, hanno tratto spunto dalla città restituendone un’immagine variegata, a volte trasfigurata. Come quella proposta da Takashi Homma, giapponese noto per i suoi paesaggi urbani, per la prima volta in Italia, che per lo spazio di Viasaterna ha realizzato una nuova serie di poetiche opere dedicate a Milano, dai grattacieli in costruzione al Duomo. Mentre alla Biblioteca Sormani sono esposti col nome «PostAdolescenza» gli scatti sul mondo teen meneghino della giovane Federica Sasso, che per questa ricerca ha vinto il premio AIF 2017 Nuova Fotografia. Quasi una performance l’indagine del gruppo di fotografia «Baretto Beltrade», in mostra alla Galleria Artepassante, al Passante di Porta Venezia: hanno rappresentato le persone in transito nel tunnel chiedendo loro dove andassero e da dove venissero, fermandone per un istante espressioni e percorsi di viaggio. Volti e ritratti milanesi anche alla Kasa dei Libri, dove Stefania Ciocca Alla Sormani gli scatti sul mondo teen di Federica Sasso, «Faccia da librai» alla Kasa espone in «Faccia da librai» la sua riflessione sulle librerie indipendenti della città, plasmate secondo le identità di chi le ha create e ci vive. E ancora al Teatro Elfo Puccini, dove Laila Pozzo immortala gli attori al lavoro nell’attimo precedente all’alzarsi del sipario. Di nuovo paesaggi metropolitani alla Fondazione Corrente, per riflettere sulle trasformazioni urbane e su Milano come appare oggi, non più quella del passato ma non ancora quella del futuro: «Milano in standby» raccoglie le immagini di Cortese, Fei, Folletta, Maffi, Tarantini, Toja e Vicario, luoghi sospesi ed evocativi, dagli scali ferroviari ai cantieri agli opifici abbandonati. Destrutturata, concettuale, irriconoscibile è invece piazza Duomo negli scatti di Giulio Leone «Into the white», a Palazzo Castiglioni: immersi in un bianco accecante e assoluto personaggi ed elementi architettonici sembrano fluttuare nel vuoto. Ironico il reportage nei bagni pubblici di Alberto Dubini, al Negozio Civico Chiamamilano, naturalistico quello sugli orti urbani di Emilio Sanesi, da Giovenzana.
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