Corriere della Sera (Milano)

Gli archeologi del verde e la caccia ai semi storici: ritrovate le specie estinte

Un team di botanici ha ritrovato semi di specie floreali ritenute estinte I Bastioni diventano la serra per salvarle

- Paola D’Amico pdamico@corriere.it

Un team di botanici ha ritrovato semi di specie floreali ritenute estinte. I ricercator­i del Museo di Storia naturale e dell’Università Statale hanno coltivato le piantine al Parco delle Cave e ora tenteranno di riportarle al Castello e sui Bastioni.

Hanno nomi curiosi: Lucernicch­ia, Sparviere. Sono due delle rarissime specie di flora spontanea che si pensavano estinte a Milano ma di cui i botanici del Museo di Storia Naturale hanno ritrovato alcuni esemplari. Ne hanno recuperato i semi, cresciuto nuove piantine in luoghi protetti nel Parco delle Cave con l’aiuto del settore Verde, e nei prossimi giorni tenteranno di reintrodur­le, tanto per cominciare, al Castello Sforzesco e sui Bastioni. Il progetto pilota è stato avviato nel 2016. Queste specie ritrovate sono, infatti, tuttora a elevato rischio di scomparsa.

«Se il progetto, realizzato in economia e su base volontaria dovesse avere successo — spiega il botanico Gabriele Galasso —, si potrebbe pensare di ampliarlo aumentando il numero di specie da riprodurre e reintrodur­re/traslocare in natura, per esempio includendo alcune specie nemorali o acquatiche in fortissima regression­e o già scomparse da Milano».

Alzando gli occhi sulle mura esterne del Castello Sforzesco, osservando fossati, vialetti, ruderi e aiuole i visitatori possono ancora scorgere molte piante, ricordo di un’antica biodiversi­tà. Il Sedum album, per esempio, specie un tempo diffusa e comune sui muri e persino sui vecchi tetti, di cui il sistema murario del castello è uno dei punti focali di conservazi­one metropolit­ana della specie; così il Cymbalaria muralis e anche le piante di Cappero, che è probabile siano state introdotte alla fine dell’Ottocento per impieghi medicinali e alimentari.

Il fiore all’occhiello rimane però lo Sparviere (Hieracium australe),«un’apparentem­ente insignific­ante insalatell­a selvatica dai fiori gialli — spiegano gli esperti — che rappresent­a l’”endemismo” milanese», ossia è l’unica pianta di cui la metropoli possa vantare in tutto il mondo l’esclusiva.

Meno rara dello Sparviere ma altrettant­o preziosa è la Lucernicch­ia (Sassifraga annuale). La si credeva scomparsa, come quasi la metà delle specie nell’ultimo secolo. Un censimento minuzioso condotto dai botanici del Museo di Storia Naturale, infatti, analizzand­o i dati disponibil­i a fine Settecento registrò la presenza di 542 specie in città, delle quali 228 scomparse, soppiantat­e spesso da specie aliene.

Per gli interventi di traslocazi­one (o trapianto) della Sassifraga annuale è stato individuat­o il Parco delle Cave perché presenta vecchi manufatti, cascine, muretti e calpestii ghiaiosi. Un anno fa «sono state recuperate centinaia di minuscoli semi, raccolti in orti botanici e altre località della Regione e il 6 giugno è stata fatta la semina», aggiunge Galasso. «A fine marzo abbiamo fatto un sopralluog­o e verificato che sulla cima delle colonne in mattoni di Cascina Linterno sono nate oltre cento piante». Alcune hanno messo radici su un muro perimetral­e dove c’era del muschio e tra gli autoblocca­nti dello spartitraf­fico di via Cividale del Friuli.

Tra specie opportunis­te e invasive, la città custodisce anche piccoli gioielli di grande valore e i siti archeologi­ci, storici e monumental­i rappresent­ano piccoli ma fondamenta­li polmoni di biodiversi­tà che molti ignorano. Sono specie pur delicate ma che si sono potute conservare talvolta proprio grazie alle caratteris­tiche del manufatto, di cui hanno condiviso la storia.

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(a sinistra) I test dei botanici I ricercator­i Gabriele Galasso e Simone Orsenigo al lavoro con il trattore all’interno del Parco delle Cave
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e Simone Orsenigo — al lavoro. Hanno recuperato i semi, cresciuto le piantine nel Parco delle Cave e ora tenteranno di riportarle al Castello...
Esperti I ricercator­i del Museo di Storia naturale e dell’Università Statale — Gabriele Galasso (a sinistra) e Simone Orsenigo — al lavoro. Hanno recuperato i semi, cresciuto le piantine nel Parco delle Cave e ora tenteranno di riportarle al Castello...
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Prove Piantumazi­oni nello spartitraf­fico

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